La forza del nome. Identità politica e mobilitazione popolare nella Roma tardorepubblicana - 9788875752873

La forza del nome. Identità politica e mobilitazione popolare nella Roma tardorepubblicana: Roma, estate del 100 a.C: una folla in delirio irrompe nel carcere dove è trattenuto un tale che si professa figlio di Tiberio Gracco, il tribuno martire ammazzato trentanni prima. Liberato a forza, il sedicente Gracco è accompagnato a casa da una massa festante, che presto lo eleggerà tribuno. Roma, autunno del 45 a.C: nel parco di Trastevere dove Cesare ha organizzato la grande manifestazione per celebrare il suo rientro vittorioso dalle guerre civili, una folla immensa si accalca entusiasta sotto al palco dove tra omaggi e applausi si esibisce al pubblico un individuo che si professa nipote di Gaio Mario, il salvatore di Roma che il senato condannò all'onta dell'esilio. Come spiegare questi scenari di mobilitazione popolare? Davvero la credula plebs, come la stigmatizzavano le fonti antiche, si lasciava semplicemente sedurre e imbrogliare da impostori e arrivisti? O era la memoria traumatica evocata da questi nomi a stimolare emotivamente migliaia di cittadini e a spingerli per strada, per affermare se stessi e la propria identità politica?
Rome, summer of 100 BC: a crowd into a frenzy breaks into the jail where he is held such that professes the son of Tiberius Gracchus, Tribune martyr killed thirty years before. Freed by force, the self-styled Gracchus is escorted home by a jubilant mass, which soon will elect a Tribune. Rome, fall of 45 BC: in Trastevere where Caesar organized the massive rally to celebrate his return victorious from civil wars, huge crowds throng excited under the stage where between gifts and applause will perform a individual who professes grandson of Gaius Marius, the Savior of Rome the Senate decried the disgrace of exile. How to explain these scenarios of popular mobilization? Indeed the ancient sources as stigmatizzavano plebs, gullible, she let simply seduced and fooled by imposters and careerists? Or was the traumatic memory evoked by these names to stimulate emotionally thousands of citizens and push them down the street, to assert themselves and their political identity?