Il riformismo mancato. Milano e l'Italia dal dopoguerra a Tangentopoli - 9788833928241

Il riformismo mancato. Milano e l'Italia dal dopoguerra a Tangentopoli: Ci fu una stagione, a Milano, nella quale le giunte di sinistra tentarono seriamente di avviare un vero percorso di riforme. Avvenne tra la fine degli anni settanta e gli anni ottanta. Il fallimento di quell'esperienza, e poi l'irrompere della "Milano da bere" e di Tangentopoli, sancirono al contrario quella distanza tra cittadini e politica che ancora contraddistingue il nostro Paese. L'occhio del sociologo percorre in questo libro settant'anni di storia da una prospettiva originale e poco battuta: ne esce un Paese sospeso tra un autentico desiderio di partecipazione pubblica e il predominio della vita privata, tra le istanze riformatrici di pochi e un caparbio conservatorismo diffuso, tra elevati slanci culturali di alcuni e un mai sconfitto analfabetismo profondo, tra la curiosità del mondo al di là delle Alpi e la persistente atmosfera provinciale. Milano e l'Italia sono e sono state tutte queste cose, e per capire il nostro presente (non necessariamente solo milanese) la narrazione di Livolsi è illuminante. Quella che si chiama la "società civile", in quei settant'anni è cambiata non tanto per azione della politica, ma ascoltando i cantanti, guardando i film, i programmi televisivi, i telegiornali, leggendo le riviste patinate, i fotoromanzi e i libri pubblicati dai grandi editori. Come sempre, mentre l'Italia si stava trasformando, la politica non avvertiva che il cambiamento era in atto.
There was a season, in Milan, in which the joints of the left tried seriously to start a true path of reform. Occurred in the late 1970s and 1980s. The failure of that experience, and then the breaking of "Milano da bere" and of Tangentopoli, sanctioned by contrast the distance between citizens and politics that still distinguishes our country. The eye of the sociologist in this book seventy years of history from an original perspective and little joke: leaving a country poised between a genuine desire of public participation and the predominance of private life, between instances of reform of a few and a stubborn conservatism cultural impulses of some widespread among high and a profound illiteracy between curiosity never defeated in the world beyond the Alps and the persistent provincial atmosphere. Milan and Italy are and have been all of these things, and to understand our present (not necessarily just milanese) the narrative of Livolsi is enlightening. What is called the "civil society", in those seventy years has changed not so much for political action, but listening to the singers, movies, tv shows, tv news, reading the glossy magazines, picture stories and books published by major publishers. As always, while Italy was transforming politics warned that change was taking place.