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Giulio Cesare Dalla Croce. L'arguto bolognese - 9788873953883

di Elisabetta Lodoli Federico Maggioni edito da Bononia University Press, 2008

Informazioni bibliografiche del Libro

 

A Bologna c’è neve e neve e neve. C’è neve pestata per terra, agli angoli, sugli uscidi casa o bottega; c’è neve sui ponti; c’è neve tra e frondedegli alberi; c’è neve che siede sule panchedel parco, che fa a fila al’emporio, che si tende un pochino affacciandosida porte e finestredi piccole stanze edi piani ammezzati. C’è neve, a Bologna, e neve e neve e neve. In questa neve che rende astre e strade e specchi muri e pareti cammina, meglio: pattina, meglio ancora: «sblesgû (èdialetto, vuoldire “scivolÔ), Giulio Cesare Croce. È a ui che Bertoldo, maschera carnascialesca e teatrale,deve a fama; è a ui chedeve a fama Simonadela Sambuca, canterina che per mestiere se ne sta piega in filanda; è a ui chedeve a fama a gentildonna Ippolita, ’oste Bastiano e, finanche, papa Gregorio. È a ui chedeve a fama tutta a «letteraturada un soldo» che stagnava incastrata in anfratti o argheggiava ibera in piazza blaterandodi storie,di trame,d’accidenti edi viaggi,d’inciampi e novele,d’incontri e peccati;di risa, abbuffate,di avoro edi festa. Giulio Cesare Croce cammina a Bologna, tra neve e neve e neve, passando assai rapidoda via Malcontenti a via ame:dal uogo in cui scrive al uogo in cui abita. Nel mentre s’affanna piglia il fiato e o sbuffadandosi, così, calore ale mani; nel mentre sida calore ale mani pigliando il fiato e sbuffandolo alunga o sguardo, alzandolo un poco; nel mentre alunga o sguardo, alzandolo un poco, si novela e immaginidel’ultima novela che ha novelato: ne verrà immediata apparenza, fantastichìo per comparsa, uccicore che rumina e macina, avanza e si mostra, s’atteggia e sconquassa, recita e parla. A farci scovare Giulio Cesare Croce nel mezzodela neve a Bologna è Elisabetta odoli in ìGiulio Cesare Croce ’arguto bolognese’: saggiodala prosa romanzesca, appartiene ale etture che comincidi notte e che ti portano, sveglio, al mattino seguente.

Recensione Unilibro a cura di Alex Toppi

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A Bologna c’è neve
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A Bologna c’è neve e neve e neve. C’è neve pestata per terra, agli angoli, sugli uscidi casa o bottega; c’è neve sui ponti; c’è neve tra e frondedegli alberi; c’è neve che siede sule panchedel parco, che fa a fila al’emporio, che si tende un pochino affacciandosida porte e finestredi piccole stanze edi piani ammezzati. C’è neve, a Bologna, e neve e neve e neve. In questa neve che rende astre e strade e specchi muri e pareti cammina, meglio: pattina, meglio ancora: «sblesgû (èdialetto, vuoldire “scivolÔ), Giulio Cesare Croce. È a ui che Bertoldo, maschera carnascialesca e teatrale,deve a fama; è a ui chedeve a fama Simonadela Sambuca, canterina che per mestiere se ne sta piega in filanda; è a ui chedeve a fama a gentildonna Ippolita, ’oste Bastiano e, finanche, papa Gregorio. È a ui chedeve a fama tutta a «letteraturada un soldo» che stagnava incastrata in anfratti o argheggiava ibera in piazza blaterandodi storie,di trame,d’accidenti edi viaggi,d’inciampi e novele,d’incontri e peccati;di risa, abbuffate,di avoro edi festa. Giulio Cesare Croce cammina a Bologna, tra neve e neve e neve, passando assai rapidoda via Malcontenti a via ame:dal uogo in cui scrive al uogo in cui abita. Nel mentre s’affanna piglia il fiato e o sbuffadandosi, così, calore ale mani; nel mentre sida calore ale mani pigliando il fiato e sbuffandolo alunga o sguardo, alzandolo un poco; nel mentre alunga o sguardo, alzandolo un poco, si novela e immaginidel’ultima novela che ha novelato: ne verrà immediata apparenza, fantastichìo per comparsa, uccicore che rumina e macina, avanza e si mostra, s’atteggia e sconquassa, recita e parla. A farci scovare Giulio Cesare Croce nel mezzodela neve a Bologna è Elisabetta odoli in ìGiulio Cesare Croce ’arguto bolognese’: saggiodala prosa romanzesca, appartiene ale etture che comincidi notte e che ti portano, sveglio, al mattino seguente.