Montepulciano e la città eterna. Paesaggi e vedute dall'estetica del Grand Tour alla metà del XX secolo. Catalogo della mostra (Montepulciano, 14 luglio-7 ottobre 2018). Ediz. illustrata - 9788864339054

Montepulciano e la città eterna. Paesaggi e vedute dall'estetica del Grand Tour alla metà del XX secolo. Catalogo della mostra (Montepulciano, 14 luglio-7 ottobre 2018). Ediz. illustrata: «C'è una magnifica suggestione alla base di questa mostra ed è il film "In nome del papa re" girato da Luigi Magni nel 1977 in cui la Roma raccontata dal grande regista è in realtà Montepulciano. È interessante la scelta fatta da Magni: i maestosi palazzi nobiliari di Montepulciano, la piazza grandiosa, rendono perfettamente l'idea di quella che dovette essere la Roma dell'Ottocento. Ciò è dovuto a una eletta cultura rinascimentale che in questa città toscana ha lasciato un'impronta talmente profonda da risultare pienamente convincente come antica capitale e custode di memorie irrinunciabili e sempre presenti alla coscienza di chi vi vive e di chi vi giunge consapevole e rispettoso. Montepulciano, però, è da un lato un luogo dove si concentra un patrimonio storico e artistico veramente di monumentale pregnanza, dall'altro però è un tipico esempio di spazio remoto, remoto proprio alla coscienza del Grand Tour perché, come spiegano perfettamente le opere e gli oggetti qui raccolti, essendo la città non allineata con i tragitti da cui i viaggiatori scendevano lungo la Cassia per approdare a Roma, è sempre rimasta in un sorta di "splendido isolamento" che nondimeno l'ha resa ancor più agognata e amata da coloro i quali vi sono giunti di tempo in tempo. È una approdo difficile, notarono alcuni dei primi viaggiatori del passato, ma è questo il punto cruciale della questione. In fondo, nell'ambito della nostra mostra, il legame effettivo tra Roma e Montepulciano si restringe a pochi esempi concreti, dal punto di vista diciamo cosl fattuale, il più curioso dei quali si concentra ne
"There is a magnificent suggestion at the base of this exhibition and it is the film" In the name of the Pope King "filmed by Luigi Magni in 1977 in which the Rome told by the great director is actually Montepulciano. It is interesting the choice made by Magni: The Majestic noble palaces of Montepulciano, the grandiose square, perfectly make the idea of what had to be the Rome of the Nineteenth century. This is due to an elected Renaissance culture that in this Tuscan city has left such a deep imprint that it is fully convincing as an ancient capital and custodian of indispensable memories and always present to the conscience of those who live there and of those who Comes conscious and respectful. Montepulciano, however, is on one side a place where it focuses a historical and artistic heritage truly monumental, but on the other hand is a typical example of remote space, remote right to the conscience of the Grand Tour because, as perfectly explain the Works and objects collected here, the city being not aligned with the journeys from which travelers descended along the Cassia to land in Rome, has always remained in a sort of "splendid isolation" that nevertheless made it even more coveted and loved by those who I know No time joints in time. It is a difficult landing, they noticed some of the first travellers of the past, but this is the crucial point of the matter. At the bottom, in the context of our exhibition, the actual link between Rome and Montepulciano narrows to a few concrete examples, from the point of view we say stiffen factual, the most curious of which focuses on