Finché c'è carta e inchiostri c'è speranza. Dalle leggi razziali al dopoguerra: memorie di uno scrittore ebreo - 9788842559207

Finché c'è carta e inchiostri c'è speranza. Dalle leggi razziali al dopoguerra: memorie di uno scrittore ebreo: «A metà notte mi sveglia il campanello della prigione. Passi decisi di scarponi. Sono loro... Dio, Dio, che ho fatto per meritarmi questo...». «Finché c'è carta e inchiostri c'è speranza, si fa quel che si può»: era il 1942 quando Guido Lopez, giovane ebreo rocambolescamente assunto alla casa editrice Sonzogno come impiegato annotava sul suo diario questa frase che sarebbe diventata la filosofia di una vita tutta dedicata alla cultura e al giornalismo. Dalle pagine dei suoi diari un racconto a tutto tondo della vita di un ebreo nell'Italia fascista, dalle persecuzioni razziali all'espatrio in Svizzera per sfuggire alla deportazione e poi il rientro in un Paese distrutto ma affamato di cultura. Lopez ci consegna uno spaccato inedito del mondo culturale ed editoriale del dopoguerra, ricco di aneddoti e ritratti di protagonisti della scena letteraria del Novecento, da Mann a Vittorini, da Hemingway a Bettiza, da Primo Levi a Dino Buzzati. E poi gli anni Sessanta, il mondo frizzante della pubblicità e delle P.R., dove Lopez passato alla JWT, agenzia pubblicitaria internazionale, immette il sale del suo brodo culturale nel gran minestrone della comunicazione. Un diario dove risuona lo stile inconfondibile, rigoroso, ironico, a tratti tagliente e sempre originale di un testimone straordinario della nostra storia. Con inserto fotografico
"In the middle of the night, the prison bell wakes me up. Decisive steps of boots. It's them... God, God, that I did to deserve this..." "As long as there is paper and inks there is hope, you do what you can": it was 1942 when Guido Lopez, a young Jew who was a roaringly hired at the publishing house Sonzogno as an employee, noted in his diary this phrase that would become the philosophy of a lifetime dedicated to culture and journalism. From the pages of his diaries a well-to-do account of the life of a Jew in fascist Italy, from racial persecution to expatriation to Switzerland to escape deportation and then the return to a country destroyed but hungry for culture. Lopez gives us an unpublished insight into the post-war cultural and publishing world, full of anecdotes and portraits of protagonists of the literary scene of the twentieth century, from Mann to Vittorini, from Hemingway to Bettiza, from Primo Levi to Dino Buzzati. And then the sixties, the sparkling world of advertising and P.R., where Lopez switched to JWT, an international advertising agency, enters the salt of his cultural broth into the great minestrone of communication. A diary where the unmistakable, rigorous, ironic, sometimes sharp and always original style of an extraordinary witness of our history resonates. With photo insert