Dialettica di Nanni Balestrini. Dalla poesia elettronica al romanzo operaista - 9788857522975

Dialettica di Nanni Balestrini. Dalla poesia elettronica al romanzo operaista: Un tòpos della critica vuole che la pubblicazione di "Vogliamo tutto", nel 1971, costituisca una svolta rispetto alla precedente opera di Balestrini, avviatasi dieci anni prima con i "Novissimi" e con l'esperimento informatico di "Tape Mark I". Un lavoro iperformalista, ludico, anticomunicativo e disimpegnato avrebbe lasciato il campo a una letteratura più affabile e fruibile, assunti i caratteri dell'epica, dell'oralità e dell'impegno. Riconoscendo alla scrittura balestriniana un orizzonte estetico più ampio è forse possibile un'ipotesi alternativa. Si tratta di mettere a frutto gli studi sul rapporto tra una civiltà - i suoi modi di percezione e di pensiero e la tecnologia del linguaggio che gli è propria, e in particolare l'idea secondo cui l'uomo tipografico conosce con l'elettronica un'oralità di ritorno, ricalcando un ben noto rovesciamento dialettico. In effetti Balestrini attraversa gli anni Sessanta agendo lungo tre direttrici e mostrando -anche grazie a modelli quali Döblin o Brecht, e a interlocutori più o meno impliciti quali Pasolini, Vittorini o Calvino - come l'impegno possa scaturire dall'esasperazione del formalismo, l'oralità da una scrittura massimamente tipografica, e infine l'epica dalle tecnologie più avanzate del tardo capitalismo. Un'azione segnata dalla forza utopica e dalla tensione rivoluzionaria su cui "Vogliamo tutto", con l'intera parabola che vi ha condotto, si regge.
A topos of critique wants the release of "we want everything", in 1971, is a breakthrough compared to the previous work of Balestrini, which started ten years ago with the "last things" and the "computing experiment Tape Mark I". Iperformalista, playful work, anticomunicativo and disengaged would leave the field to a more personable and accessible literature, made the characters of the epic, orality and commitment. Recognizing the writing balestriniana a wider aesthetic horizon is perhaps possible an alternative hypothesis. It is build on studies on the relationship between a civilisation-its ways of thinking and perception-and the technology of its language, and in particular the idea that the man knows with typography an orality back, following a well-known dialectical reversal. In fact through the 1960s Balestrini acting along three directions and showing-thanks to models such as D??blin or Brecht, and more or less implicit interlocutors such as Pasolini, Vittorini or Calvino-the commitment arising from the aggravation of formalism, orality a maximally typographic, writing and finally the epic from the most advanced technology of late capitalism. An action marked by the utopian strength and tension that revolutionary "we want everything", with the entire dish that we led, steady.