Il revisionismo storico. Problemi e miti - 9788858118979

Il revisionismo storico. Problemi e miti: Più volte ristampata e tradotta in un numero crescente di paesi, quest'opera è una rilettura originale della storia contemporanea, dove l'analisi critica del revisionismo storico - a cominciare dalle tesi di Nolte sull'Olocausto e di Furet sulla rivoluzione francese - si intreccia con quella di una serie di fondamentali categorie filosofiche e politiche come guerra civile internazionale, rivoluzione, totalitarismo, genocidio, filosofia della storia. Questa edizione ampliata analizza le prospettive del nuovo secolo. Da un lato il revisionismo storico continua a riabilitare la tradizione coloniale, com'è confermato dall'omaggio che uno storico di successo (Niall Ferguson) rende al tramontato Impero britannico e al suo erede americano, dall'altro vede il ritorno sulla scena internazionale di un paese (la Cina) che si lascia alle spalle il "secolo delle umiliazioni". Sarà in grado l'Occidente di tracciare un bilancio autocritico o la sua pretesa di essere l'incarnazione di valori universali è da interpretare come una nuova ideologia della guerra?
Reprinted several times and translated into a growing number of countries, this work has a rereading of the original contemporary history, where critical analysis of historical revisionism-starting with Nolte's thesis and Furet's Holocaust of the French revolution-is intertwined with that of a series of fundamental philosophical and political categories such as international civil war, revolution, totalitarianism, genocide, philosophy of history. This expanded edition analyzes the prospects for the new century. On the other hand the historical revisionism continues to rehabilitate the colonial tradition, as is confirmed by the tribute that a historic success (Niall Ferguson) makes the British Empire declined and his American heir, on the other hand, sees the return on the international scene of a country (China) that leaves behind the "century of humiliation". The West will be able to trace a self-critical annual report or its claim to be the embodiment of universal values is to be interpreted as a new ideology of war?