Pop toys - 9788893330121

Pop toys: "Silenzio!" impose Big Jim tendendo l'orecchio verso l'esterno. "Sento dei rumori, si stanno svegliando". "È mattina! Finalmente un giorno nuovo!" esclamò Skipper iniziando a stirarsi. E se i giocattoli potessero parlare? Quante, e soprattutto quali storie racconterebbero? Di sicuro non le favole che iniziano con "C'era una volta..." e terminano con "e vissero tutti felici e contenti". Eh no. I giocattoli di Giovanni Lucchese sono pop, e in quanto tali non possono che essere calati in tutto e per tutto nella modernità e nel quotidiano. Nella vita, insomma. Ai suoi Pop Toys l'autore affida una critica feroce e disillusa: che si tratti di Barbie, despota viziata e viziosa, di Pinocchio e delle sue fragilità, delle Bratz, eroine del femminismo più radicale, o di un Playmobil all'improvviso consapevole di essere ormai sorpassato, i protagonisti di questa originale raccolta descrivono, attraverso le proprie vicende, la società che li circonda e nella quale, a volte loro malgrado, sono costretti a vivere. Su tutti, Il mostro. Perché, a volte, i veri mostri non sono quelli di plastica ma quelli in carne e ossa.
"Silence!" he imposed Big Jim straining his ears outward. "I hear some noises, are waking up". "And morning! Finally one day again! "exclaimed Skipper starting to stretch. And if toys could talk? How many, and especially what stories they would tell? Certainly not the tales that begin with "once upon a time ..." and end with "and they all lived happily ever after". Heh no. Giovanni Lucchese toys are pop, and as such can only be slid all the way into modernity and in daily life. In life, you know. Its Pop Toys the author entrusts a scathing criticism and disillusioned: whether it's Barbie, spoiled and kinky, despot of Pinocchio and its fragility, Bratz, more radical feminist heroine or a Playmobil suddenly aware of being now outdated, the protagonists of this original collection describe, through its history, the society around them and in which Sometimes they are forced to live. Over all, the monster. Because, sometimes, the real monsters are not plastic ones but those of flesh and blood.