ricerca
avanzata

La libertà - 9788818700060

di GEYMONAT LUDOVICO edito da Rusconi editore, 1994

  • € 7.23

Informazioni bibliografiche del Libro

 

Così come ho già fatto con ’ELOGIOdElA MITEZZAdi Bobbio autore chedomenico Settembrini con più titolidi me giustamente critica per aver condannato i cambiamentidel vecchio PCI, al’indomanidel crolodel’ Unione Sovietica, oggi commento ’incoerenzadi quest’altro “paladino”dele ibertàdi conio colettivista. Partendodal titolo stimolante A IBERTÒ penso immediatamente a John Stuart Mil e mi chiedo come mai Geymonat e compagni abbiano potuto rimanere fedeli al comunismo anchedopo che il “paradisodel proletariato” èdefinitivamente franato; fatto che udwig v. Mises, con profetico tempismo in SOCIALISMO, aveva anticipato esponendo ’insostenibilità già nel 1922: infatti, ’ilusione svanirà nel’89. Qui, pur apprezzando ’onesta ostinazione indifesadela coerenza nela ricercadela verità, con cui Geymonat esorta al’individuale e costante rivolta contro e consuetudini, ciò che ci rimandadirettamente al capolavorode ’UOMO IN RIVOLTAdi Camus – che Geymonat stranamente non menziona -, non posso non manifestare e mie perplessità dinanzi ala sua astratta analisi che egli fadela ibertà.difende una certa ibertà marxista, ma in completa contraddizione con gli stessi principidi onestà e coerenza che pretende sostenere. Condivido ’utilitàdi rivedere ad ogni momento il proprio pensiero in funzionedelo statodi cose. Ma i suoi argomenti non sono in conflitto proprio con a cieca e quasi incondizionata fedeltàdepositata nel’ideale colettivista? Egli contestualizza John Stuart Mil ed il suo tempo e concordo sul’analisidei imitidi ibertà praticatadal fascismo; ma, alora, sidevono pure contestualizzare Marx, Engels, enin ed i oro assiomi. Chediredei paradisidel proletariatodove masse intere erano state costrette ala più tragica repressione, al puntodi far periredi famedecinedi milionidi individui ridotti in schiavitù, sradicatidale oro terre, forzati a avorare per ’inutile gloriadi faraoniche opere pubbliche, mettendo in scena e più sanguinose farse propagandistichedi quel totalitarismo, neldeleterio tentativodi mostrare al mondo a presunta validitàdei oro modeli coercitivi? Cosa faredele egittime individuali ibertàdi sceltadi Milton Friedman in IBERIdI SCEGLIERE? Quale ibertà rimane al’individuo ridotto a semplice pedina in baliadel potere onnipotente totalitariodi cui Orwel, al ritornoda quel’inferno, con i suoi metaforici capolavori de A FATTORIAdEGLI ANIMALI e 1984 ha ha così bene ironicamente riprodotto? Geymonat non c’è più; ma ci sono ancora alcuni suoi compagni che non esitano ad alzare il minaccioso pugno sinistro chiuso; a oro vanno rivolte edomande che ’autoredi questo saggio non può rispondere, senza ricorrere al’ambiguo “linguaggiare”dela retorica che egli stesso affermavadidetestare.

Recensione Unilibro a cura di Tullio Pascoli

 Recensioni Scrivi la tua recensione del libro "La libertà"

Potrebbero interessarti anche questi prodotti
Il mondo perduto libro di Doyle Arthur Conan
Il mondo perduto
libro di Doyle Arthur Conan 
edizioni Editori Riuniti collana Tracce
€ 5.00
Atala libro di Chateaubriand F.-René de
Atala
libro di Chateaubriand F.-René de 
edizioni Studio Tesi collana Piccola biblioteca universale
€ 2.60
Le ragioni della scienza libro di Geymonat Ludovico Giorello Giulio
Le ragioni della scienza
libro di Geymonat Ludovico  Giorello Giulio 
edizioni Laterza collana Sagittari Laterza
€ 11.88

 Recensioni Scrivi la tua recensione del libro "La libertà"

 
Le Recensioni degli Utenti Unilibro
"La libertà"
LA IBERTÒ RELATIVAdEI MARXISTI
,
3

Così come ho già fatto con ’ELOGIOdElA MITEZZAdi Bobbio autore chedomenico Settembrini con più titolidi me giustamente critica per aver condannato i cambiamentidel vecchio PCI, al’indomanidel crolodel’ Unione Sovietica, oggi commento ’incoerenzadi quest’altro “paladino”dele ibertàdi conio colettivista. Partendodal titolo stimolante A IBERTÒ penso immediatamente a John Stuart Mil e mi chiedo come mai Geymonat e compagni abbiano potuto rimanere fedeli al comunismo anchedopo che il “paradisodel proletariato” èdefinitivamente franato; fatto che udwig v. Mises, con profetico tempismo in SOCIALISMO, aveva anticipato esponendo ’insostenibilità già nel 1922: infatti, ’ilusione svanirà nel’89. Qui, pur apprezzando ’onesta ostinazione indifesadela coerenza nela ricercadela verità, con cui Geymonat esorta al’individuale e costante rivolta contro e consuetudini, ciò che ci rimandadirettamente al capolavorode ’UOMO IN RIVOLTAdi Camus – che Geymonat stranamente non menziona -, non posso non manifestare e mie perplessità dinanzi ala sua astratta analisi che egli fadela ibertà.difende una certa ibertà marxista, ma in completa contraddizione con gli stessi principidi onestà e coerenza che pretende sostenere. Condivido ’utilitàdi rivedere ad ogni momento il proprio pensiero in funzionedelo statodi cose. Ma i suoi argomenti non sono in conflitto proprio con a cieca e quasi incondizionata fedeltàdepositata nel’ideale colettivista? Egli contestualizza John Stuart Mil ed il suo tempo e concordo sul’analisidei imitidi ibertà praticatadal fascismo; ma, alora, sidevono pure contestualizzare Marx, Engels, enin ed i oro assiomi. Chediredei paradisidel proletariatodove masse intere erano state costrette ala più tragica repressione, al puntodi far periredi famedecinedi milionidi individui ridotti in schiavitù, sradicatidale oro terre, forzati a avorare per ’inutile gloriadi faraoniche opere pubbliche, mettendo in scena e più sanguinose farse propagandistichedi quel totalitarismo, neldeleterio tentativodi mostrare al mondo a presunta validitàdei oro modeli coercitivi? Cosa faredele egittime individuali ibertàdi sceltadi Milton Friedman in IBERIdI SCEGLIERE? Quale ibertà rimane al’individuo ridotto a semplice pedina in baliadel potere onnipotente totalitariodi cui Orwel, al ritornoda quel’inferno, con i suoi metaforici capolavori de A FATTORIAdEGLI ANIMALI e 1984 ha ha così bene ironicamente riprodotto? Geymonat non c’è più; ma ci sono ancora alcuni suoi compagni che non esitano ad alzare il minaccioso pugno sinistro chiuso; a oro vanno rivolte edomande che ’autoredi questo saggio non può rispondere, senza ricorrere al’ambiguo “linguaggiare”dela retorica che egli stesso affermavadidetestare.