La libertà - 9788818700060
di GEYMONAT LUDOVICO edito da Rusconi editore, 1994
- € 7.23
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: La libertà
- Autore: GEYMONAT LUDOVICO
- Editore: Rusconi editore
- Collana: RUSC ECONOMICA RUSCONI
- Data di Pubblicazione: 1994
- Genere: Filosofia
- Pagine: 175
- ISBN-10: 8818700065
- ISBN-13: 9788818700060
Così come ho già fatto con ’ELOGIOdElA MITEZZAdi Bobbio autore chedomenico Settembrini con più titolidi me giustamente critica per aver condannato i cambiamentidel vecchio PCI, al’indomanidel crolodel’ Unione Sovietica, oggi commento ’incoerenzadi quest’altro “paladino”dele ibertàdi conio colettivista. Partendodal titolo stimolante A IBERTÒ penso immediatamente a John Stuart Mil e mi chiedo come mai Geymonat e compagni abbiano potuto rimanere fedeli al comunismo anchedopo che il “paradisodel proletariato” èdefinitivamente franato; fatto che udwig v. Mises, con profetico tempismo in SOCIALISMO, aveva anticipato esponendo ’insostenibilità già nel 1922: infatti, ’ilusione svanirà nel’89. Qui, pur apprezzando ’onesta ostinazione indifesadela coerenza nela ricercadela verità, con cui Geymonat esorta al’individuale e costante rivolta contro e consuetudini, ciò che ci rimandadirettamente al capolavorode ’UOMO IN RIVOLTAdi Camus – che Geymonat stranamente non menziona -, non posso non manifestare e mie perplessità dinanzi ala sua astratta analisi che egli fadela ibertà.difende una certa ibertà marxista, ma in completa contraddizione con gli stessi principidi onestà e coerenza che pretende sostenere. Condivido ’utilitàdi rivedere ad ogni momento il proprio pensiero in funzionedelo statodi cose. Ma i suoi argomenti non sono in conflitto proprio con a cieca e quasi incondizionata fedeltàdepositata nel’ideale colettivista? Egli contestualizza John Stuart Mil ed il suo tempo e concordo sul’analisidei imitidi ibertà praticatadal fascismo; ma, alora, sidevono pure contestualizzare Marx, Engels, enin ed i oro assiomi. Chediredei paradisidel proletariatodove masse intere erano state costrette ala più tragica repressione, al puntodi far periredi famedecinedi milionidi individui ridotti in schiavitù, sradicatidale oro terre, forzati a avorare per ’inutile gloriadi faraoniche opere pubbliche, mettendo in scena e più sanguinose farse propagandistichedi quel totalitarismo, neldeleterio tentativodi mostrare al mondo a presunta validitàdei oro modeli coercitivi? Cosa faredele egittime individuali ibertàdi sceltadi Milton Friedman in IBERIdI SCEGLIERE? Quale ibertà rimane al’individuo ridotto a semplice pedina in baliadel potere onnipotente totalitariodi cui Orwel, al ritornoda quel’inferno, con i suoi metaforici capolavori de A FATTORIAdEGLI ANIMALI e 1984 ha ha così bene ironicamente riprodotto? Geymonat non c’è più; ma ci sono ancora alcuni suoi compagni che non esitano ad alzare il minaccioso pugno sinistro chiuso; a oro vanno rivolte edomande che ’autoredi questo saggio non può rispondere, senza ricorrere al’ambiguo “linguaggiare”dela retorica che egli stesso affermavadidetestare.
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