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Judith Cowan. The capacity of things: from life. Ediz. italiana e inglese

Judith Cowan. The capacity of things: from life. Ediz. italiana e inglese - 9788849208610

di Simonetta Lux Domenico Scudero edito da Gangemi Editore, 2005

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Judith Cowan. The capacity of things: from life. Ediz. italiana e inglese libro di Lux Simonetta; Scudero Domenico

Informazioni bibliografiche del Libro

Titolo del Libro: Judith Cowan. The capacity of things: from life. Ediz. italiana e inglese
Autori : Simonetta Lux Domenico Scudero
Editore: Gangemi Editore
Collana: Luxflux proto-type arte contemporanea
Data di Pubblicazione: 2005
Genere: arti plastiche. scultura
Argomento : Cowan, Judith
Pagine: 206
Traduttore: Bates R.
Dimensioni mm: 213 x 153 x 15
ISBN-10: 8849208618
ISBN-13: 9788849208610

Judith Cowan. The capacity of things: from life. Ediz. italiana e inglese: Sin dal 1978 in Judith Cowan troviamo incorporata la prima chiave della storia recente dell'arte, quella della dematerializzazione, individuata da Lucy Lippard nei sei anni tra 1966-1972. Se si può parlare dunque della Cowan come di una dei maggiori esponenti della New British Sculpture dagli anni 80, in quella linea che ha come suoi massimi esponenti Stephen Cox, Tony Cragg e Anish Kapoor, Judith Cowan spicca per il suo esprit de finesse, unito al suo spirito di contraddizione. Lo farà ritrovando e ibridando a suo fine le tre filosofie clou dei maestri non solo inglesi degli anni Sessanta e Settanta, minimalista (Richard Long, Robert Morris), povera (Luciano Fabro, Mario Merz), testimoniale (Beuys, poi Boltanski).
Since 1978 in Judith Cowan are incorporated the first key of the recent history of art, that of dematerialization, spotted by Lucy Lippard in the six years between 1966-1972. If you can speak so of Cowan as a major force in the New British Sculpture from the years 80, the line that has as its leading exponents Stephen Cox, Tony Cragg and Anish Kapoor, Judith Cowan stands out for its esprit de finesse, coupled with his spirit of contradiction. Will finding and hybridizing to its end the three philosophies highlight not only the English masters of the 1960s and 1970s, minimalist (Richard Long, Robert Morris), poor (Luciano Fabro, Mario Merz), witness (Beuys, then Boltanski).

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