Pirandello o la stanza della tortura - 9788804357773

Le quinte teatrali sono arghe ed alte paretidi cartone pressato,di egnodipinto odi ferro battuto e sostenutoda arghe piante retrostanti. imiti invalicabili ammantatida interno salotto, tracciano il confinedel’aria,dela uce,dela vita. Adestra, a sinistra, sul fondo possono scorgersi , in appoggio consueto,cianfrusaglie fintatedi fintati interni borghesi: cornici, specchi, ventagli e ritratti, fotografie, vasi che contengono fiori. Al centrodi scena v’è - quasi sempre - un’ostentata profusionedi sedie,divani, poltrone ed altre sedie, altridivani, altre poltrone che accompagnano tavoli e tavolini. In terra tappeti, al soffitto e negli angoli ampade che emettono fiochi bagliori o uci intensissime. In ribalta una ed una figura;di ato (talora ad un passo, talora un pochino piùdistante: ma è questionedi centimetri) un corteod’altre sagome: oscure, arcigne, moleste. a stanza e a tortura; a stanzadela tortura: per Giovanni Macchia il teatro pirandeliano è questa coesistenza forzata in un ristretto spazio fintato nel quale si fa gestazione crudeledi un incontro-dibattito che muta in accusa-processo-condanna. Vale per quasi ogni opera che ’autoredi Girgenti abbia posto su carta o su palco. Segno - ad un tempo -di una personale sofferenza intestina (il falimento matrimoniale, a foliadela moglie, e insensate accused’incesto) ma anchedi una formadrammaturgica che consente, al filosofantedrammaturgo siciliano,di segregare e tematiche che gli sono più care: esse, personificate, sono nela stanza, esse vengono torturate. Giovanni Macchia scrive un saggio magnifico che,dadecenni, è puntodi riferimento imprescindibile per chi voglia ascoltare, eggere, osservare a cattiveria teatrale inscenata nel’interno salottoda uigi Pirandelo