Le antiche vie. Un elogio del camminare - 9788806239268

Le antiche vie. Un elogio del camminare: "Gli uomini sono animali, e come tutti gli animali anche noi quando ci spostiamo lasciamo impronte: segni di passaggio impressi nella neve, nella sabbia, nel fango, nell'erba, nella rugiada, nella terra, nel muschio. È facile tuttavia dimenticare questa nostra predisposizione naturale, dal momento che oggi i nostri viaggi si svolgono per lo più sull'asfalto e sul cemento, sostanze su cui è difficile imprimere una traccia. Molte regioni hanno ancora le loro antiche vie, che collegano luogo a luogo, che salgono ai valichi o aggirano i monti, che portano alla chiesa o alla cappella, al fiume o al mare". Robert Macfarlane è l'ultimo, celebrato poeta della natura, erede di una tradizione che da Chaucer fino a Chatwin e Sebald è capace di trasformare una strada in una storia, un sentiero su un altopiano in un viaggio nella memoria. Riallacciando l'ancestrale legame tra narratore e camminatore, Macfarlane compie il gesto più semplice, eppure oggi anche il più radicale: quello di uscire dalla sua casa di Cambridge e iniziare a camminare, a camminare e osservare, a osservare e raccontare. Battendo i sentieri dimenticati di Inghilterra e Scozia, l'antico "Camino" di Santiago, le strade della Palestina costellate di checkpoint e muri di contenimento, gli esoterici tracciati tibetani, Macfarlane riesce, come un autentico sciamano, a far parlare paesaggi resi muti dall'abitudine, a dare voce ai fantasmi che li abitano, a leggere i racconti con cui gli uomini hanno abitato il mondo.
"Men are animals, and like all animals ourselves when we move we leave footprints: passing marks stamped in the snow, in the sand, in mud, in the grass, in the dew, in the Earth, in the MOSS. It is easy however forget our natural inclination, since today our travels take place mostly on asphalt and concrete, substances on which it is difficult to give a lead. Many regions still have their ancient streets, linking place to place, going up at border crossings or roam the mountains, leading to the Church or the Chapel, to the river or the sea. " Robert Macfarlane is the latest, celebrated poet of nature, heir to a tradition that Chaucer until Chatwin and Sebald can transform a road in a story, a trail on a plateau on a trip down memory lane. Recreating the ancestral link between narrator and Walker, Macfarlane performs the simplest gesture, yet today even more radical: to get out of his Cambridge home and start walking, walking and observe, observe and report. Beating the forgotten paths of England and Scotland, the ancient "Camino" of Santiago, the roads of Palestine dotted with checkpoints and containment walls, the Tibetan esoteric paths, Macfarlane manages, as a genuine shaman, to talk about landscapes rendered mute by habit, to give voice to the ghosts that inhabit them, reading the stories with which men have lived in the world.