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Modernità visuale nei «Promessi Sposi». Romanzo e fantasmagoria da Manzoni a Bellocchio - 9788867742233
di Marco Maggi edito da Mondadori Bruno, 2019
- Prezzo di Copertina: € 14.80
- € 12.58
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Modernità visuale nei «Promessi Sposi». Romanzo e fantasmagoria da Manzoni a Bellocchio
- Autore: Marco Maggi
- Editore: Mondadori Bruno
- Collana: Ricerca
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: letteratura italiana: critica
- Argomenti : Letteratura-Temi Narrativa
- Pagine: 156
- Dimensioni mm: 212 x 212 x 10
- ISBN-10: 886774223X
- ISBN-13: 9788867742233
Modernità visuale nei «Promessi Sposi». Romanzo e fantasmagoria da Manzoni a Bellocchio: È assai frequente, negli studi sui Promessi Sposi, il paragone con il cinema. Si fa spesso ricorso, per spiegare l'arte manzoniana della narrazione, a termini quali "sequenza", "inquadratura", "montaggio", tanto più a proposito quando al centro dell'attenzione è l'edizione del romanzo illustrata da Gonin. La suggestione emanata da questo tipo di paralleli non deve tuttavia far dimenticare il loro fondamentale anacronismo, poiché l'esperienza di Manzoni si svolge tutta nell'epoca definita "precinematografica". Anche quest'etichetta, in realtà - come ampiamente dimostrato dagli studi di cultura visuale, - è oltremodo generica e imprecisa, nello sforzo di unificare una congerie di dispositivi visuali estremamente variegata e soprattutto meritevole di considerazione autonoma. Gli studiosi sono infatti sempre più concordi nel retrodatare la grande rivoluzione moderna della visione ai primi decenni dell'Ottocento, anteriormente dunque all'invenzione della fotografia e del cinema, all'epoca in cui appaiono spettacoli popolari come la fantasmagoria e il panorama, a loro volta all'origine di imitazioni e varianti sino almeno alla fine del secolo. Gli studi sulla cultura visuale dei Promessi Sposi si sono sinora concentrati sulle ascendenze nella cultura "alta", soprattutto a riguardo del naturale legame con il Seicento, trascurando quelle radicate nella cultura popolare e più prossime cronologicamente. In questo saggio si porta per la prima volta all'attenzione la presenza della nuova cultura visuale ottocentesca nella tessitura intermediale del romanzo manzoniano, anche in rapporto
It is very common, in the studies on the Newlywed Promises, the comparison with cinema. It is often used, to explain the art of the narrative, in terms such as "sequence", "framing", "assembly", all the more so when the center of attention is the edition of the novel illustrated by Gonin. The suggestion emanating from this type of parallels should not, however, make us forget their fundamental anachronism, since Manzoni's experience takes place all in the era defined as "precinematic". Even this label, in fact - as widely demonstrated by visual culture studies - is extremely generic and inaccurate, in an effort to unify a congerie of visual devices extremely varied and above all worthy of consideration Autonomous. Scholars are in fact increasingly in agreement in the backdate of the great modern revolution of vision in the first decades of the nineteenth century, therefore before the invention of photography and cinema, at the time when popular shows such as the phantasmagoria and the panorama, in turn at the origin of imitations and variants until at least the end of the century. Studies of the visual culture of the Newlywed Promises have so far focused on the ancestry in the "high" culture, especially about the natural link with the seventeenth century, neglecting those rooted in popular culture and more chronologically. In this essay, for the first time, the presence of the new nineteenth-century visual culture is brought to attention in the intermediate weaving of the novel Beef, also in relation to
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