Digitalmente confusi. Capire la rivoluzione o subirla - 9788856833829

Digitalmente confusi. Capire la rivoluzione o subirla: Noi italiani siamo, per il momento, contemporanei accidentali e inconsapevoli delle profonde trasformazioni indotte dalla tecnologia digitale. Poco avvezzi all'inglese, privi di una produzione di software, scarsi anche nell'hardware, ignari di possedere quasi per intero una delle più importanti aziende elettroniche del mondo, irretiti e inebetiti dai gadget di cui ci inondano i designer americani e giapponesi e i loro terzisti asiatici, vagheggiamo la "banda larga" anche se non sapremmo che farne e inneggiamo alla tv digitale terrestre come fosse una rivoluzione culturale, quando è solo intrattenimento e consumo di massa. Intanto, il world-wide web vacilla sotto le spallate inferte da poderosi interessi commerciali privati, con aziende di varia estrazione e vocazione (ma un unico chiaro obiettivo: il consumatore online) che tentano ciascuna di accaparrarsene una fetta esclusiva. Il Nuovo Mondo aperto, democratico e creativo rischia di trasformarsi in una costellazione di staterelli chiusi, votati al consumo e all'entertainment di bassa lega. Questo dibattito ha formato l'oggetto di più di un discorso del presidente Obama, impensabile in bocca a un nostro leader politico.
We Italians are accidental and contemporary for the time being unaware of profound transformations induced by digital technology. Unfamiliar to English, do not have a software production, scarce even in hardware, oblivious to own almost all of one of the largest electronic companies in the world, gotten lost and dazed from gadgets that flood American and Japanese designers and their subcontractors in Asia, vagheggiamo the "Broadband" Although we would not know what to do and let us rejoice in the terrestrial digital tv as if it were a cultural revolution When it is just entertainment and mass consumption. Meanwhile, the world-wide web is faltering under the spigot inflicted by powerful private business interests, with companies of varying backgrounds and vocation (but one clear goal: the consumer online) who try each to accomadate a slice. The new open, democratic and creative World is in danger of turning into a constellation of small States closed, devoted to low-consumption and entertainment. This debate has formed the subject of more than a speech by President Obama, unthinkable in the mouths of our political leader.