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Semiotica di Cosa Nostra e dell'antimafia. Il ruolo del giornalismo tra linee editoriali e conflitti di interesse - 9788854833487
di Antonio Magrì edito da Aracne, 2010
- € 18.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Semiotica di Cosa Nostra e dell'antimafia. Il ruolo del giornalismo tra linee editoriali e conflitti di interesse
- Autore: Antonio Magrì
- Editore: Aracne
- Data di Pubblicazione: 2010
- Genere: PROBLEMI E SERVIZI SOCIALI
- Argomenti : Giornalismo Criminalità organizzata
- Pagine: 284
- ISBN-10: 8854833487
- ISBN-13: 9788854833487
Il volumedi Antonio Magrì affronta a tematicadi Cosa Nostra edel’antimafiada una prospettiva nuova e finora scarsamente approfondita: queladela semiotica. Mafia e antimafia appaiono comedue vie che s’intersecano, s’abbracciano, talvolta si spezzano ma che, come in ogni prospettivadialettica, vivono ’unadel’altra. Edel’una edel’altra è importantedelineare i confini, perché con ’usodela parola è facile scivolare nel’errore, già occorso a molti giornalisti,di bolare ’antimafia come "protagonismo",delegittimando ’azione civiledi tanti cittadini indiversi ruoli. Nel corsodela trattazione si analizzano, quindi, e paroledela mafia siciliana e si cercadi inserirle nel contesto più ampiodela semiotica che consentedi comprenderne a fondo edinamiche e processi costruttivi sociali che ne stanno ala base. Perché è a parola (e per converso il silenzio, comunque a comunicazione nela sua totalità) che fonda una cultura, sia essa criminale o anticriminale. ’aveva già intuito Giovanni Falcone quando parlavadel’esigenzadi comprendere il inguaggiodela mafia per riuscire a scardinarne i meccanismi perversidela violenza edela sopraffazione. L’autore procede nela sua analisi mantenendo unadisamina ucida e puntigliosa, costelatadi esempi e corroboratada un forte apparato teoricodela materia. Magrì affronta, in chiusuradel testo, anche il ruolo che il giornalismo puo’ edeve avere nel suo raccontare a mafia e come esso si scontri, in una terra quale a Sicilia, con conflitti e reticenze che ne minano e fondamenta etiche edeontologiche. Un testo che induce ala riflessione quanti, siciliani e non, hanno a cuore il futurodi una professione che non ha bisognodi piangere i propri martiri madi svolgere serenamente il proprio ruolo: raccontare i fatti.
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