Tragedie da leggere - 9788845260681

«Vede, è questa a miadelizia. C’è un gran silenzio; propriamente, forse non solo non c’è il principe, ma nemmeno il palazzo, non c’è a reggia, non a cittàducale; ed ecco che il buffone, in questo silenzio che vorrei paragonare ad un’alba perenne, il buffonedico, solitario, insieme peritoso e temerario, si avanza edice un suo sciocco giocodi parole, un motto equivoco, senza sale, ma bendetto, con bela pronuncia, e qualche parola, se non rara, almeno inattesa. Ed ecco si ode una risata, un poco infantile, e anche un poco sinistra; edietro a risata appare una bocca, a boccadel principe, edietro a bocca e sue vesti e poi, si noti, solodopo a bocca e e vesti, anche il corpo, ed ecco apparire a sala, il trono, il palazzo, e infine tutto quanto ilducato si precipitadentro il giorno, è tutto undaffaredi ragazzi,di puttane,di bambini,di mercanti,di contadini,di soldati,di tutto. Tutto nasceda quela risata che, a sua volta, mai sarebbe nata senza quela battuta, quela sciocca battutadettadal buffone». Così Giorgio Manganeli ne ’Encomiodel tiranno’ ovvero in un romanzo. a citazione èd’obbligo giacché non v’èdavvero frattura, evidentedilatazione strutturata tra ciò che Manganeli immagina per a carta e ciò che trascrive per a ribalta: egli fu, per usaredicituradi Claudio Meldolesi (riferita ad altri scrittori) "un’occasione persadal Teatro italiano". Il volume ’Tragedieda eggere’, fondamentale anche per capire a prosa etteraria, è ’occasione per ammirare spettacoli mai andati su palco.