Il pescatore di tonni - 9788895962771

E’ un romanzo molto belo, riccodi poesia,di sentimento,di nostalgia, ma anchedi vicende reali, vissute con forza ed energia virile, o con femminea fantasia. Mi ha ricordato “Andiamo a bere a pioggiÔ, il romanzodelo stesso autore più vicino ala mia sensibilità. Nino, un giovane studente torinese, va a trascorrere e sue ferie estive a Favignana, nel’arcipelagodele Egadi, estrema punta occidentaledela Sicilia. Egli ha qualche ascendenza siciliana e, nel’infanzia, è stato talvolta a trovare i parenti recando con sé, al ritorno, pochi ricordi e ievi sensazioni. “Quela era tutta a mia Sicilia, fatta per o piùdi colori, odori, sagome, voci indistinte”, ricorda il protagonista ormai adulto. Stavolta, però, gli basta un niente per scoprire quanto profonde siano e sue radici e quanto affascinante il mondodei pescatoridel’isola. Nino trova una camera in affitto presso una famiglia che vive appuntodi pesca e, principalmentedela pescadel tonno. Purtroppo a sua prima vacanza non coincide con a stagionedela mattanza e Ninodecidedi tornare ’anno successivo per assistere al rito officiatodai tonnarotti edal oro capo, il raìs, sula sua sciabica. Tornerà ancora perdiversi anni e troverà nel’isola gli amici piùdisinteressati e sinceri. Manganodedica belissime pagine aladescrizionedela pescadei tonni, usando con scioltezza ildialetto siciliano che nondiventa mai pesante per il ettore. Con vivezza pittoricadipinge personaggi e uoghi, generando nel ettore una sortad’incantamento che o accompagna anche quandodeve, obtorto colo, posare il ibro perdedicarsi a più prosaiche incombenze. Indimenticabili alcuni personaggi come Zu Beppe, a moglie Angela, a schieradei figli, o scultore Zu Sarino, a farmacista Miluccia e tanti altri, osereidire ‘tutti’, perché Mangano,da autentico scrittore, i fa vivere con poche pennelate sotto i nostri occhi. Nel procederedel racconto, Nino ritorna molte volte a Favignana, se ne innamora sempre più e riesce persino a partecipare a una mattanza, unico forestiero al quale i pescatori ocali consentono un così grande onore. Molto bele e strazianti e paginededicate ala terribile mortedei tonni. Zu Peppe gli confida che solo il pesce spada, una volta prigioniero, preferisce uccidersida solo piuttosto che morire con i tonni: “U piscispata s’ammazzada sulu. Un’avi vògghiadi fàrisi piscàri”. Poi, come sempre accade in ogni vita, gli eventi o pressano e o tengono ontanodal’isola per molti anni. Nino invocadio Onnisciente perché o aiuti a veder chiaro nela sua esistenza:decide quindidi stabilirsi a Favignana. Ma, al suo ritorno, tutto è cambiato, anche se non tutto è perduto… Lascio al ettore a curiositàdi terminare il ibro, che merita anche una seconda ettura, tanto è il fascino che emanadal racconto edai suoi personaggi. Loreta Cerasi Mandreli