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I giornali non sono scarpe. Tommaso Besozzi. Il più grande giornalista italiano del dopoguerra - 9788836162123
di Enrico Mannucci edito da DIARKOS
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: I giornali non sono scarpe. Tommaso Besozzi. Il più grande giornalista italiano del dopoguerra
- Autore: Enrico Mannucci
- Editore: DIARKOS
- Collana: Storie
- Data di Pubblicazione: di prossima pubblicazione
- Genere: giornalismo, editoria, giornali
- Argomenti : Besozzi, Tommaso Giornalismo
- Pagine: 240
- ISBN-10: 8836162126
- ISBN-13: 9788836162123
I giornali non sono scarpe. Tommaso Besozzi. Il più grande giornalista italiano del dopoguerra: La vita di Tommaso Besozzi ricostruita e raccontata passo dopo passo. Nell'Italia del 1945 è uno dei tanti giornalisti a caccia di lavoro. Vigevanese, a quarantadue anni ha già una lunga carriera dietro le spalle. Firma di spicco per L'Europeo, mise a segno il suo primo grande colpo nella primavera del 1949 quando, tramite una scrupolosa inchiesta giornalistica, riuscì a far scarcerare un italiano, Gino Corni, condannato in Francia ai lavori forzati per tre tentati omicidi. Definito da Oreste Del Buono "il più grande giornalista italiano del dopoguerra", rivoluzionerà lo stile del cronista con una scrittura accurata e attenta ai particolari meno appariscenti. Sempre più impigliato in una disastrosa insicurezza esistenziale, mai a troppo agio con gli altri e con se stesso, morì suicida nel 1964.
The life of Tommaso Besozzi reconstructed and told step by step. In Italy in 1945 he was one of the many journalists looking for work. Vigevanese, at forty-two years old, already has a long career behind him. Prominent signature for L'Europeo, he scored his first big blow in the spring of 1949 when, through a scrupulous journalistic investigation, he managed to release an Italian, Gino Corni, sentenced in France to forced labor for three attempted murders. Defined by Oreste Del Buono as "the greatest Italian journalist of the post-war period", he will revolutionize the style of the chronicler with an accurate writing and attentive to the less flashy details. Increasingly entangled in a disastrous existential insecurity, never too comfortable with others and with himself, he died by suicide in 1964.
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