Richiedenti asilo e rifugiati politici. Percorsi di ricostruzione identitaria: il caso torinese - 9788856848564

Richiedenti asilo e rifugiati politici. Percorsi di ricostruzione identitaria: il caso torinese: Le transizioni biografiche vissute da richiedenti asilo e rifugiati si protraggono in modo indefinito nel tempo. Su di esse insistono le scelte e le attribuzioni di senso operate dai diretti protagonisti, ma soprattutto le decisioni operate dalle istituzioni dei paesi ospitanti, in termini di definizione delle procedure di accesso e di riconoscimento dello status di rifugiato, oltre che di organizzazione del sistema di accoglienza. L'Europa ha scelto ormai da molti anni di vivere in una pericolosa contraddizione: da un lato, i migranti visti come necessari per sostenere i sistemi occupazionali, previdenziali, scolastici, di cura; dall'altro, le retoriche populiste sul bisogno di proteggersi dalla presunta invasione straniera, richiamando una inesistente monolitica "cultura". Da qui emergono tentativi sempre più articolati per declinare le caratteristiche dei migranti "buoni" e quelle dei migranti "inutili", o addirittura "nocivi" per i nostri sistemi socio-economici. Le sofferenze dei rifugiati sono, dunque, destinate a proseguire anche dopo l'approdo in Italia, e a volte ad aumentare, nell'ambito di una difficile relazione con un sistema di protezione ampiamente deficitario, in assenza di solide reti sociali cui appoggiarsi e alle prese con progetti perlopiù assistenzialistici anziché sostenitori dell'autonomia.
The biographical transitions experienced by asylum seekers and refugees continue indefinitely in time. They insist the choices and powers of direction made by those directly involved, but above all the decisions made by the institutions of the host countries, in terms of defining procedures for access and recognition of refugee status, as well as organization of the reception system. Europe chose for many years of living in a dangerous contradiction: on the one hand, migrants seen as needed to sustain employment, social security, education, systems of care; on the other hand, the populist rhetoric about the need to protect themselves from the alleged foreign invasion, invoking a nonexistent monolithic culture ". From here emerges more and more articulated attempts to decline the characteristics of "good" migrants and those of migrants "useless", or even "harmful" for our socio-economic systems. The sufferings of refugees are therefore intended to continue even after the landing in Italy, and sometimes to rise, as part of a difficult relationship with a security system largely overdrawn, in the absence of a solid social networks lean and struggling with projects mostly assistenzialistici rather than supporters of autonomy.