Lettere prefatorie a edizioni greche - 9788845932090

Lettere prefatorie a edizioni greche: Avviare un'impresa editoriale implica, da sempre, una buona dose di coraggio. Ma nel caso di Aldo Manuzio, che nel 1495 si propone di stampare libri greci guardando oltre i ristretti confini dell'Italia, sarebbe meglio parlare di temerarietà. Il suo rivoluzionario disegno comportava infatti difficoltà tali da scoraggiare chiunque, giacché esigeva, oltre che un fiuto fuori del comune, collaboratori di prim'ordine e con competenze linguistiche per quell'epoca rare - persino a Venezia, dove pure viveva una florida colonia greca; e manoscritti, non meno rari, su cui fondare le edizioni; e incisori di eccezionale abilità tecnica, capaci di creare tipi che gareggiassero con la grafia dei più eleganti copisti. Senza contare la difficoltà forse maggiore: il numero, inevitabilmente ristretto, dei possibili acquirenti. Ma di fronte a questi scogli Manuzio non arretra: e vara il suo programma editoriale con la grammatica greca di Costantino Lascaris, procuratagli da uno scout d'eccezione, Pietro Bembo. Altre meraviglie seguiranno: dalla prima, monumentale edizione di Aristotele a Sofocle - proposto nel 1502 nel nuovo formato (i cosiddetti libelli portatiles) con cui ormai da un anno aveva genialmente ampliato il suo pubblico -, da Tucidide ed Erodoto a Euripide, Omero e Platone. Nei vent'anni della sua attività Manuzio riuscirà a imporre non soltanto un modello di editoria ammirato in tutta Europa, ma un modo nuovo di accedere ai testi, svolgendo così un ruolo che era stato sino ad allora prerogativa dei grandi maestri della letteratura e della filologia.
Start a business editorial implies, as always, a good dose of courage. But in the case of Aldus Manutius, who in 1495 aims to print Greek books looking over narrow borders of Italy, it would be better to speak of recklessness. Its revolutionary design was acting in fact difficulties such as to discourage anyone, as required, as well as an unusual smell, top-notch employees and with language skills for that time rare even in Venice, where he lived a Florida Greek colony; and no less rare manuscripts, to underpin the issues; and outstanding engravers technical skill, able to create types that started with the handwriting of the finest scribes. Not to mention the difficulty perhaps more: the number of potential buyers, inevitably limited. But in the face of these rocks Manutius not back: and its publishing program with Greek grammar vara by Constantine Lascaris, procured for him by a scout, Pietro Bembo. Other wonders will follow: from the first, a monumental Edition of Aristotle on Sophocles-proposed in 1502 in the new format (called libelli portatiles) with that for a year now had ingeniously expanded his audience-, from Thucydides and Herodotus to Euripides, Homer, and Plato. In the twenty years of its activity will require not only a model of Manutius publishing admired throughout Europe, but a new way to access texts, unfolding thus a role that had been until then a prerogative of the great masters of literature and Philology.