Il Sangue di san Gennaro - 9788845925238

Il Sangue di san Gennaro: "A Pasqualino, perché aveva sei anni e ogni mattina portava giù l'immondizia, al pescatore monco, perché ammansiva il mare, a santo Strato, perché proteggeva il palazzo e i malati": a loro Màrai dedica il suo "romanzo napoletano", ambientato nella città dove visse dal '48 al '52, prima di partire per gli Stati Uniti. A formare il vasto coro, lacero e sgargiante, che commenta la vicenda intorno a cui è costruito il libro sono gli uomini, le donne e i bambini della città, con la loro miseria, il loro lerciume, la loro fatica di vivere e il loro orgoglio ancestrale di aristocratici; e le interminabili chiacchiere, le liti che scoppiano furibonde, teatrali, ritualizzate, da una finestra all'altra, i lutti non meno teatrali e urlati, i santi arcigni e polverosi dentro le teche di vetro - con la loro umanità piagata e ghignante. Un intero popolo che, fra tutte le possibilità, crede che "la più verosimile" sia il miracolo. Un giorno, dalle parti di Capo Posillipo, vanno ad abitare due stranieri, un uomo e una donna (inglesi? polacchi?): displaced persons, così li definiscono le autorità, profughi. Anche loro, almeno per un po', crederanno che lì possa avvenire il miracolo. Ma durante una violenta tromba d'aria si verificherà un evento che avrà il senso di una delusione assoluta, di una sconfitta inappellabile, poiché sancirà l'impossibilità di credere che ci sia un futuro per chi, in quanto esule, ha perso la propria identità.
"To Pasqualino, because he was six years old and every morning bore down garbage, the angler Stumpy because he domesticated the sea, santo Strato, because he guarded the Palace and the sick": they "Neapolitan" Marquise D'urf?? dedicates his novel, set in the town where he lived from ' 52 to ' 48, before leaving for the United States. To form the large chorus, ragged and flamboyant, commenting on the story around which is built the book are men, women and children of the town, with their misery, their lifestyle and their grunge exertion their ancestral pride of aristocrats; and the endless chatter, disputes that erupt furious, dramatic, ritualized, from one window to another, the deaths no less theatrical and urlati, Saints surly and dusty inside the glass cases-with their humanity plagued and grinning. A whole people which, among all the possibilities, believes that "most likely" be the miracle. One day, around Cape Posillipo, going to inhabit two foreigners, a man and a woman (British? poles?): displaced persons, so they define the authorities, refugees. They too, at least for a while, they will believe that there can be a miracle. But during a violent tornado event will occur that will have the sense of an absolute disappointment of a defeat without appeal, since it will be impossible to believe there is a future for those who, as an exile, he lost his identity.