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La donna giusta - 9788845918728
di Sándor Márai edito da Adelphi, 2004
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: La donna giusta
- Autore: Sándor Márai
- Editore: Adelphi
- Collana: Biblioteca Adelphi , Nr. 458
- Edizione: 13°
- Data di Pubblicazione: 2004
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: 444
- Traduttore: Sgarioto L.; Sàndor K.
- Dimensioni mm: 22 x 14 x 3
- ISBN-10: 8845918726
- ISBN-13: 9788845918728
La donna giusta: Un pomeriggio, in una elegante pasticceria di Budapest, una donna racconta a un'altra donna come un giorno, avendo trovato nel portafogli di suo marito un pezzetto di nastro viola, abbia capito che nella vita di lui c'era stata, e forse c'era ancora, una passione segreta e bruciante, e come da quel momento abbia cercato, invano, di riconquistarlo. Una notte, in un caffè della stessa città, bevendo vino e fumando una sigaretta dopo l'altra, l'uomo che è stato suo marito racconta a un altro uomo come abbia aspettato per anni una donna che era diventata per lui una ragione di vita e insieme "un veleno mortale", e come, dopo aver lasciato per lei la prima moglie, l'abbia sposata - e poi inesorabilmente perduta. All'alba, in un alberghetto di Roma, sfogliando un album di fotografie, questa stessa donna racconta al suo amante (un batterista ungherese) come lei, la serva venuta dalla campagna, sia riuscita a sposare un uomo ricco, e come nella passione possa esserci ferocia, risentimento, vendetta. Molti anni dopo, nel bar di New York dove lavora, sarà proprio il batterista a raccontare a un esule del suo stesso paese l'epilogo di tutta la storia. Al pari delle "Braci" e di "Divorzio a Buda", questo romanzo appartiene al periodo più felice e incandescente dell'opera di Márai, quegli anni Quaranta in cui lo scrittore sembra aver voluto fissare in perfetti cristalli alcuni intrecci di passioni e menzogne, di tradimenti e crudeltà, di rivolte e dedizioni che hanno la capacità di parlare a ogni lettore.
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Quattro parti: quattro voci che parlano in prima persona: a moglie che racconta del marito che ’ha asciata per un’altra; il marito che racconta a stessa storiadal suo puntodi vista; ’altra (Judit, ’ex cameriera) che a racconta al’ultimo amante batterista e, infine, questo amante,diventato ex batterista. Parlano nel’arcodi qualchedecennio. Lo scrittore… il “testimone, che guarda e sorride”, che vede a etteratura come qualcosa che va aldi àdel’arte, come un atteggiamento etico; ui ad un certo punto non vuole più nula, neanche scrivere, ha perso a fede nela ragione perché capisce che gli istinti sono più forti, che e parole non possono aiutare; ui ala fine cerca solo a Verità, perché è ’unica cosa che può farti guarire, e questa Verità è ’umiltà e a conoscenzadi sé… a eggerlo così sembra pure facile! Non vince a moglie. Non mancadi conoscenzadi sé, ma mancadi umiltà nel momento in cui si accorge che una partedel marito e resterà sempre preclusa e si incaponisce a volerlo conquistare, a impadronirsidela sua anima. Non vince il marito. È un borghese, uno che ha creato e che conserva ciò che ha creato, che proprio per conservare quelo che ha creato prova a controlare il sentimento con a ragione (“l’impresa piùdifficile”), poi si accorge che non ce a fa, ascia a moglie e sposa Judit, ’ex camerieradela madre. Poi si accorge che neanche questo basta per riempire a sua solitudine, e aloradecidedidedicarsi ad un’unica passione per il restodela vita: a Verità. Come o scrittore,direte voi. No, non mi pare. Madovete giudicare voidal’ultima scena. Non vice a cameriera. Era unadonna che voleva tutto, che voleva “altro”. Quando raggiunge a ricchezza non si sente ancora appagata, e manca questo “altro”. Forse e manca a Cultura, quela che àzardefinisce nel senso più onnicomprensivo possibile: a gioia. Per forza, vienedal basso ed è avvelenatadaldesideriodi vendetta nei confrontidei ricchi. Non ha né ’umiltàdi accettare quelo che e vienedato, né a conoscenzadi sé per capire cosa e manca. I tre protagonisti sonodei perdenti. Ma nobili. Con inteligenza e carattere. ’ultimo personaggio, il batterista, nobile non è, ma è il più contento. Soddisfatto. A New York ha fatto non i soldi, ma idebiti, se ne vanta, perché coidebiti ha comprato tutti gli apparecchi che a pubblicità gli suggerisce, e considera a etteratura come un “settore che tirÔ. È il mondo futurodi cui parlava àzar. Eppure, è forte a tentazionedi pensare che, ala fin fine, se uno è contento… non è un perdente… Su tutti, adomanda: adonna giusta esiste?da una parte: non esiste: esistono e persone.dal’altra parte Márai risponde con a sua vita: è rimasto con a moglie per quanto? Sessant’anni? E si è suicidato quando a moglie è morta. odice,da qualche parte nel ibro: a persona giusta non esiste, ma esiste ’amore, e questa è un’altra cosa…
unodei ibri piu’ beli che abbia etto. l ho etto circa 3 anni fÒ mi ha asvciato un intenso ricordo. appena saro’ pronta o rileggero’.