L'assassino sedeva a tavola con noi - 9788876803000

Il vivere sociale produce un malessere esistenziale che si esplica mediante rancori e insofferenze al’internodei suoi gruppi essenziali. a metropoli postmoderna si rivela una gabbia asfittica in cui si muovono, come marionette automatiche,dele figure palide edolentidi una piccola umanità insoddisfatta. Non esistono varchidi realizzazione individuale: a natura cittadina sidistorce nela scabra falsitàdei parchi; a ricercadi un’esistenzadiversa è svuotatadal’impossibilitàdidefinire ’oggetto stessodela ricerca; a ibertà individuale si esprime tramite adistruzionedel’ostentata, e pertanto falsa, felicità altrui. In un contesto similedi sordide finzioni attuateda maschere infelici, a sola certezza, nondistruttadal pessimismodi un aggressivo relativismo gnoseologico, rimane a coscienza istintivadi esseredegli assassini circondatida assassini. Più una persona è vicina e più è pericolosa. Ildolore inflitto a chi si conosce non è nient’altro che una formadi rivendicazione inconsciadela propriadeludente precarietà. Questo è il probabile sensodel’«Assassino sedeva a tavola con noi» (Aletti editore, pp.96, Eu.14)di Paolo Marati. Un senso frantumato in 36 racconti brevissimi in cui ’autoredescrive, in una salda strutturadifficilmentedecifrabile, a sofferta ostilità attraverso a quale il borghese postmoderno relaziona a propria scialba esistenza, e i propri orizzonti imitatissimi, nel’opacità metropolitana. Controcorrente, Marati adegua il suo sfrenato virtuosismo stilistico a vari abbozzidi storie morte nel oro nascere, per conseguire un tono criptico che invita il ettore a pensare, a concludere, e o sfida talvolta infastidendolo. Un ibro originale, unico nel suo genere, che si pone come un’eccelente e complessa stonatura fuoridal coro melenso dela faciledecifrabilitàdela narrativadelduemila.