Emancipazione dell'animalità - 9788857541778

Emancipazione dell'animalità: Liberare l'animalità non vuol dire togliere le catene al nonno babbuino, nascosto nella cantina del mio essere, o far riemergere il bruto che c'è in sé, lasciandolo vagare per le strade come Mr. Hyde, o ancora, dar libero sfogo a tutte le pulsioni senza alcun controllo e intraprendere la strada ferina. Emancipare porta con sé il significato della liberazione di un ente da quello stato di cattività che non gli permette di esprimere in pieno le sue potenzialità. L'animalità è stata incatenata nel profondo di noi stessi, prima di tutto in virtù d'immagini distorsive assegnatele in modo arbitrario. L'emancipazione non può pertanto che partire da una riconsiderazione dell'animalità stessa, liberandola dai legacci di tali attribuzioni indebite, rendendole finalmente la sua titolarità espressiva, lontano da quelle stilizzazioni macchiettistiche che hanno preteso di sospingerla in un sottobosco ontologico. L'animalità, gettata nel cono d'ombra del non controllabile, è stata pensata come antitesi alla libertà umana, cosicché abbiamo ritenuto fosse necessario proiettarsi in una dimensione altra, fosse trascendente nell'anima o immanente nella cultura. L'emancipazione passa perciò attraverso una riconsiderazione del carattere di animalità e in quello di libertà ontopoietica ed espressiva che ci riguarda da vicino.
Free the animality doesn't mean remove the chains at Grandpa Baboon, hidden in the basement of my being, or to resurface the brute in him, leaving him wander the streets as Mr. Hyde, or again, give free rein to all drives without any control and Start Fanning. Emancipate brings with it the meaning of liberation of an institution from that captivity that does not allow him to fully express its full potential. The animal was chained in the depths of ourselves, first of all because it arbitrarily distorting images. Emancipation cannot therefore that a reconsideration of animality, freeing it from the bonds of such undue powers, making them finally his expressive ownership, away from those stylizations macchiettistiche who purported to energise it in an ontological undergrowth. The animality, thrown into the cone of shadow of the uncontrollable, was thought of as antithetical to human freedom, so we felt it was necessary to establish another dimension, was transcendent in the blood or immanent in culture. Empowerment passes therefore through a reconsideration of animality and ontopoietica and expressive freedom that affects us closely.