Confini. Storia di frontiere, muri e limiti da Roma a Schengen - 9788885574328

Confini. Storia di frontiere, muri e limiti da Roma a Schengen: Quale ruolo hanno giocato i confini nella storia dell'umanità? Quale funzione possono svolgere al tempo della globalizzazione planetaria e dell'immigrazione di massa? L'autore compie uno straordinario viaggio nel tempo: dall'edificazione dei primi templi alla fondazione dell'Urbe; dalla muraglia cinese ai castelli medievali; dal Limes romano ai grandi Imperi; dal "mito della frontiera" alle moderne dogane commerciali; dalla Guerra Fredda all'Unione Europea. Il confine identifica una Comunità di appartenenza e un'identità di riferimento: ogni Civiltà - infatti - ha tracciato dei limiti entro i quali svilupparsi e riconoscersi. Oggi al centro del dibattito politico, il confine rappresenta un ostacolo naturale al dilagare del "villaggio globale" fondato sull'egemonia del mercato, sulla circolazione delle merci e sul dominio del profitto: il grande "spazio liscio" immaginato dal mondialismo - all'ombra dell'ideologia "no borders" - impone lo smantellamento delle Nazioni, l'ibridazione delle culture, lo sfaldamento delle Tradizioni, l'annichilimento delle specificità e la sostituzione dei popoli. Questo saggio afferma una nuova narrazione: identitaria, radicata e controcorrente.
What role have boundaries played in human history? What role can they play in the time of global globalisation and mass immigration? The author makes an extraordinary journey through time: from the building of the first temples to the foundation of the Urbe; from the Chinese wall to medieval castles; from the Roman Limes to the great empires; from the "frontier myth" to modern commercial customs; from the Cold War to the European Union. The border identifies a Community of belonging and a reference identity: each Civilization - in fact - has drawn limits within which to develop and recognize itself. Today at the heart of the political debate, the border represents a natural obstacle to the spread of the "global village" based on market hegemony, the movement of goods and the domination of profit: the great "smooth space" imagined by globalism - in the shadow of the "no borders" ideology - it imposes the dismantling of nations, the hybridization of cultures, the disintegration of Traditions, the annihilation of specificities and the replacement of peoples. This essay affirms a new narrative: identitarian, rooted and countercurrent.