Al tramonto di un impero - 9788849530278

Al tramonto di un impero: Il 13 ottobre del 1815 Gioacchino Murat viene fucilato nel castello di Pizzo in Calabria, dopo un disperato tentativo di riconquistare il trono di Napoli. Su quel trono Gioacchino si è seduto nel momento in cui Napoleone è nel punto più alto della sua parabola e da quel trono egli accompagna il progressivo declino e il tramonto del suo Impero, comprendendo sempre più acutamente quanto l'egemonia imposta da Napoleone all'Europa fosse - anche per chi voleva essergli il più leale sostegno - la ragione profonda della catastrofe che si annunciava. Di quel tramonto, visto e vissuto da Napoli, questo libro offre oggi una suggestiva ricostruzione, sulla base di un ricchissimo materiale documentario in larga parte inedito. Murat non vi appare - come troppo spesso si è insistito a credere - il traditore dell'uomo che lo aveva fatto re e neppure il coraggioso uomo d'arme privo di ogni capacità politica. A distanza di duecento anni quella fine, tragica e gloriosa al tempo stesso appare, piuttosto, la naturale conclusione della vita di un uomo che come pochi seppe capire e si trovò ad interpretare le contraddizioni del mondo napoleonico e a intuirne - nel suo disegno dell'Italia unita - lo straordinario modello ideale e politico che vi avrebbero scorto le generazioni successive.
On 13 October 1815 Gioacchino Murat is shot in the castle of Pizzo Calabria, after a desperate attempt to regain the throne of Naples. On that throne Gioacchino sat when Napoleon is at the highest point of his parable and from that throne he accompanies the gradual decline and the sunset of his empire, encompassing more and more acutely than hegemony imposed by Napoleon in Europe-even for those who wanted to be the most loyal support-the profound reason of the catastrophe that was announced. Of that sunset, seen and experienced from Naples, this book offers today a suggestive reconstruction, based on an extensive documentary material largely unpublished. Murat there appears--as too often has insisted to believe-the traitor of the man who had made him King and not even the brave man-at-arms lacking any political capacity. At a distance of two hundred years that end, tragic and glorious at the same time it appears, rather, the natural conclusion of a man's life that as few knew how to understand and had to interpret the contradictions of the Napoleonic world and to anticipate-in his design of the United Italy-the extraordinary political ideal model and that we would have seen successive generations.