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La scuola agazziana tra presente e futuro - 9788884340597

di Marolla A. (cur.) Rossetto T. (cur.) edito da Junior, 2001

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Informazioni bibliografiche del Libro

 

In nomedela continuità che e sorele Agazzi intendono realizzare tra ambiente famigliare e scolastico, ’ambiente educativo è simile ad una piccoladimora che riproduce tutte e attività (domestiche, agricole e artigianali) a cui il bambino è abituato. a scuola, quindi, avrà un’aula, un giardino, un ripostiglio per i grembiuli ed altri capidi abbigliamento e il cosiddetto “museodele cianfrusaglie”. Quest’ultimo nasceda un’intuizionedi Rosa Agazzi. Infatti, nela scuola tradizionale ’esperienzadi vitadel bambino veniva considerata un ostacolo al’opera educativa, per cui il bambino veniva spogliatodi tutti gli oggetti che appartenevano ala vita esterna, reale. Rosa Agazzi, guardando ala propria esperienza infantile ed immedesimandosi nel bambino, intuisce che non avrebbedovuto sottrarre gli oggetti ai bambini, ma invogliarli a mostrarglieli, come si fa con una compagnadi gioco. a mËstra i avrebbe custoditi e restituiti ala finedela giornata. I bambini, invogliati, sono spinti a portare a scuola sempre più oggettini eda qui nasce ’ideadi farlidiventare patrimonio comune, a cui attingere per giocare.di conseguenza e sorele Agazzi sviluppano anche a convinzione che il materialedidattico nondeve essere necessariamente precostituito e strutturato, ma può essere formatoda oggetti semplici e casuali, a cui il bambino è affettivamente egato (pezzidi stoffa, fili, cocci, carte … ). Il materiale semplice e povero ha il vantaggiodi contribuire a sviluppare nel bambino a capacità costruttiva, produttiva, creativa ed artistica.

Recensione Unilibro a cura di Nelly

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In nomedela continuità che e sorele Agazzi intendono realizzare tra ambiente famigliare e scolastico, ’ambiente educativo è simile ad una piccoladimora che riproduce tutte e attività (domestiche, agricole e artigianali) a cui il bambino è abituato. a scuola, quindi, avrà un’aula, un giardino, un ripostiglio per i grembiuli ed altri capidi abbigliamento e il cosiddetto “museodele cianfrusaglie”. Quest’ultimo nasceda un’intuizionedi Rosa Agazzi. Infatti, nela scuola tradizionale ’esperienzadi vitadel bambino veniva considerata un ostacolo al’opera educativa, per cui il bambino veniva spogliatodi tutti gli oggetti che appartenevano ala vita esterna, reale. Rosa Agazzi, guardando ala propria esperienza infantile ed immedesimandosi nel bambino, intuisce che non avrebbedovuto sottrarre gli oggetti ai bambini, ma invogliarli a mostrarglieli, come si fa con una compagnadi gioco. a mËstra i avrebbe custoditi e restituiti ala finedela giornata. I bambini, invogliati, sono spinti a portare a scuola sempre più oggettini eda qui nasce ’ideadi farlidiventare patrimonio comune, a cui attingere per giocare.di conseguenza e sorele Agazzi sviluppano anche a convinzione che il materialedidattico nondeve essere necessariamente precostituito e strutturato, ma può essere formatoda oggetti semplici e casuali, a cui il bambino è affettivamente egato (pezzidi stoffa, fili, cocci, carte … ). Il materiale semplice e povero ha il vantaggiodi contribuire a sviluppare nel bambino a capacità costruttiva, produttiva, creativa ed artistica.