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Estensione del dominio della manipolazione. Dalla azienda alla vita privata - 9788804591290
di Michela Marzano edito da Mondadori, 2009
- € 18.00
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Estensione del dominio della manipolazione. Dalla azienda alla vita privata
- Autore: Michela Marzano
- Editore: Mondadori
- Collana: Saggi
- Data di Pubblicazione: 2009
- Genere: filosofia occidentale moderna
- Argomenti : Società contemporanea Sociologia del lavoro
- Dimensioni mm: 225 x 150 x 22
- ISBN-10: 8804591293
- ISBN-13: 9788804591290
Estensione del dominio della manipolazione. Dalla azienda alla vita privata: La società in cui viviamo è dominata dai modelli del successo e della realizzazione personale. Il valore di ciascuno viene misurato in termini di "competenze" e "risultati", in una sovrapposizione di vita professionale e privata, e sempre più spesso si assiste all'estensione dei concetti peculiari del management aziendale alla dimensione più intima dell'esistenza. Sul lavoro vengono richiesti, al tempo stesso, autonomia e conformismo, spirito d'iniziativa e adesione totale alla mission. Ma quale autonomia può avere chi è libero nel modo di realizzare un obiettivo ma non ha alcuna voce in capitolo nella sua definizione? Inoltre, nel momento in cui gli obiettivi prefissati non sono raggiunti, vengono messe in discussione competenze e autonomia. Proprio dall'incoerenza di questi messaggi nasce il disagio della contemporaneità. L'autrice, filosofa e ricercatrice presso il CNRS a Parigi, attacca l'idea diffusa secondo cui l'individuo acquisisce dignità e valore soltanto attraverso il lavoro. Si tratta, in realtà, di un tranello concettuale che consente ai manager di chiedere ai loro impiegati una cosa e il suo contrario: ambiziosi risultati lavorativi e realizzazione personale, impegno e flessibilità, autonomia e conformità alla cultura aziendale. Questa sottile manipolazione spinge le persone a considerare se stesse come gli "imprenditori" di una piccola "azienda" che coincide con la propria vita, sempre in bilico tra un obbligatorio successo e il rischio del fallimento.
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Attraverso e paginedel ibro “Estensionedeldominiodela manipolazione”, Michela Marzano espone un analisi in senso generaledela società moderna, e nelo specifico espone a sua tesi circa gli esiti generati nel’ “individuo”dal quel fenomeno ormai schiacciante a vita economico-socialedei pËsi occidentali: “il managerialismo”. Contestualizzando il suodiscorso al’internodei mutamenti sociali tipicidel’ultimo ventennio micro e macrosociologici, ’autrice espone, smantela e attacca con strumenti filosofico-razionali i fenomeni che piùdi tutti sembrano costituire appunto e fondamentadel modelo manageriale moderno. a comunicazione manipolativa, adistorsionedel’informazione e il relativismo sembrano così poter spianare a strada a nuove forme più subdoledi “Inganno e Potere”. Entrando sempre nel meritodei fatti, ’autrice non ascia niente al caso, non evita a favoredi uno spietato e ucido cinismo,didescrivere e contraddizionidel modelo gestionaledel nuovo “Manager”.dipingendo talora scenari grotteschi individua e più grette ipocrisie analizzando caso per caso formule e frasi retoriche contenute nele carte etichedele più famose multinazionali. L’autrice entra nel’immaginariodel ettore, e contribuisce ala sua costruzione, proponendo esempi concreti e prassi consolidate, analisi grammaticali, ogiche ed etimologichedel essico “artefatto” dei “manuali manageriali”, i cosiddetti ibri sacridel Managerialismo. Evidenziando punto per punto stili comunicazionali paradossali e pratiche Manageriali di tipo visionario o partecipativo adottate anchedai eader politici internazionali più celebri,dimostra come a “veritÔ, il “tempo” e il “senso”dele affermazioni politichedurante e campagne elettorali assumono caratteristiche prettamente circostanziate e relative, perdirla in una parola contraddittorie. Soffermando ’attenzione sul settore “risorse umane”, Michela Marzano celebra con fraseggio elegante ma alo stesso tempo tagliente, a questionedel’originedi questa nuova formula essicale ponendo alcuni quesitidi non poca rilevanza etica: a risorsa umana è qualificabile come mercedi scambio? Come fontedi utilità gestibileda un impresa? Una risorsa, spiega a Marzano, è evidentemente un qualcosadi materiale,di alocabile ed inanimato, una struttura materiale senza vita, e proprio per questo gestibile, trasportabile, utilizzabile a favoredi undeterminato scopo. ’antitesi intrinseca evidenziata tra ’uomo e a “cosÔ non è purodivertimentodialettico, bensì costituisce adecisadenunciadi come quando e parole mutinodi “significato”, nelo stesso momento muti anche il “senso” che e persone attribuiscono ale azioni ad esse connesse, cosicché, automaticamente si apre a strada per una oro eventuale giustificazione. Ed è per questo che il settore risorse umane, comparto che offre paradossalmente piùdi altri un immagine positivadel nuovo management, è invece il risultatodi un processo che promuove il consolidarsidel’ideadi persona come “affare” gestionale e/o gestibile. Si rileva peraltro come sia sempre più frequente ascoltare oggi espressioni come “gestire i genitori anziani”, o ancora “gestire i figli”, o addirittura “gestire gli affetti!” Tutto sembra poter essere gestito... Un testodecisamente “complesso” per un argomento altrettanto complicato qual è ’oggettod’analisi sul quale Michela Marzano sofferma a sua attenzione critica; oggettodel resto a cui natura non si potrebbe tuttavia affidare ad una ettura superficiale: complessità pertanto giustificatadala prestazione a cui èdestinato o sforzo etterario. Il testo “Estensionedeldominiodela manipolazione.dal’azienda ala vita privatÔ,dal titolo suggestivo ma non scontato, è forse il tentativodi mettere in uce a “crisi identitariÔ nel quale è precipitato ’uomo contemporaneo, a quale parrebbe essere imputabile adecisioni, con conseguenti risvolti sociali,di natura economica. Accogliendo il monito riportato nela presentazione sul retrodel testo, riporto, in conclusione, il prezioso invitodel’autrice ad un eserciziodi “salutare spirito critico per i tempi a venire”; invito che a mio modesto parere sottende ogni intenzione comunicativa presente nel ibro. A questo inoltre si accompagna certamente una manifestazionedi ordine metodologico e narrativodi brilante qualità, taleda far pensare a questo testo come ad una piccola enciclopediada tenere a portatadi mano.