Una lingua che combatte. Tempo e utopia nell'opera di Penna, Caproni, Fortini e Sereni - 9788840015507

Una lingua che combatte. Tempo e utopia nell'opera di Penna, Caproni, Fortini e Sereni: Il titolo d'ascendenza fortiniana, allude anzitutto alla parola come strumento di azione e di lotta, ma lascia trasparire anche la dolorosa percezione del nulla che percorre le quattro vicende poetiche prese in esame: al centro vi è la relazione tra il tempo e il concetto di utopia ad esso collegato. Attraverso l'uso dei tempi verbali si registra da un lato un'azione nullificante, dall'altro le si oppone un al di là che, se non è salvezza, rappresenta almeno una possibilità alternativa al qui e ora. Così il presente e l'imperfetto di Penna stanno a significare una temporalità non conclusa, un continuo ripetersi del desiderio trattenuto sulla soglia della fine; il presente di Caproni, invece, dopo un'iniziale coincidenza con la poetica penniana, viene deviato dall'ingresso della Storia verso un futuro senza speranza; al contrario, Fortini rifiuta di ridurre il tempo all'hic et nunc e carica i propri versi d'attesa per una realtà che non è ancora; la poetica di Sereni, infine, è complementare a quella di Fortini e si fonda su una doppia temporalità: la prima legata al tempo storico, l'altra che va contro il tempo e contro la storia e che ipotizza un'altra dimensione dell'essere.
The title of ascent fortiniana, alludes firstly to the Word as an instrument of action and struggle, but reveals the painful perception of anything that runs through the four poetic stories examined: in the middle there is the relationship between time and the concept of utopia linked to it. Through the use of tenses you record on one side nullificante action, the other opposes a beyond which, if not salvation, represents at least one alternative to the here and now. So the present and the past tense of Pen signify a temporality unfinished, a continuous repetition of desire held on the threshold of the end; the present of Caproni, however, after an initial connection with the poetic penniana, is diverted from the entrance of the history towards a future without hope; In contrast, Felton refuses to reduce the time the hic et nunc and charge their own verses for a reality that is not yet; the poetics of Sereni is complementary to that of forts and is based on a dual temporality: the first time in history, one that goes against the clock and against history and that suggests another dimension of being.