Le dinamiche del femminicidio - 9788869294396

Le dinamiche del femminicidio: La parola «femminicidio» aleggia, come un fantasma oscuro e minaccioso, sulle nostre menti smarrite. I carnefici sono uomini di ogni età che hanno perso il contatto con quella zona nobile della psiche che caratterizza l'homo sapiens, e in particolare con la ragione e l'etica. Ciascuno di noi, se fosse amputato di queste due qualità fondamentali, diventerebbe capace di commettere azioni ripugnanti e criminose, distruttive per sé e per gli altri. Nel fenomeno del femminicidio c'è però qualcosa di più: alla donna viene tolta la dignità di individuo; è solo una cosa, un oggetto, un elemento materiale di proprietà esclusiva di colui che mette in atto l'azione cruenta. Per questo il femminicidio non può essere considerato una patologia nel senso psichiatrico del termine. Il femminicidio si conclude con un atto folle, ma è frutto di un percorso a ritroso verso il territorio della distruttività, una regressione psichica in senso antropologico. Esso va dunque considerato per quello che è: un atto di distruttività pura, che rivela il trionfo dell'istinto di morte. In queste pagine proporremo alcune riflessioni utili a coloro che si avvicinano a questo mostruoso «buco nero» e a tutti coloro che hanno a cuore il benessere dell'umanità, e in modo particolare a quello delle comunità giovanili, a cui occorre insegnare che l'amore più bello e il piacere più intenso e profondo si realizzano con la fusione tra desiderio e sentimento, la formula magica che riesce a dare un senso profondo alle emozioni.
The word "feminicide" hovers, like a dark and menacing ghost, over our lost minds. The executioners are men of all ages who have lost contact with that noble area of the psyche that characterizes homo sapiens, and in particular with reason and ethics. Each of us, if amputated of these two fundamental qualities, would become capable of committing repugnant and criminal actions, destructive to ourselves and to others. In the phenomenon of femicide, however, there is something more: the dignity of the individual is taken away from the woman; it is only one thing, an object, a material element of exclusive property of the one who puts in place the bloody action. For this reason femicide cannot be considered a pathology in the psychiatric sense of the term. Feminicide ends with a crazy act, but it is the result of a path back to the territory of destructiveness, a psychic regression in an anthropological sense. It must therefore be considered for what it is: an act of pure destructiveness, which reveals the triumph of the instinct of death. In these pages we will propose some useful reflections to those who approach this monstrous "black hole" and to all those who care about the well-being of humanity, and in particular to that of the youth communities, to whom we must teach that love more beautiful and the most intense and profound pleasure is realized with the fusion of desire and feeling, the magic formula that manages to give a deep meaning to emotions.