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La parola e la scena. Conversazioni con dieci drammaturghi contemporanei e una testimonianza di Toni Servillo - 9788864381879
di Silvana Matarazzo edito da Zona, 2011
- Prezzo di Copertina: € 18.00
- € 17.10
-
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: La parola e la scena. Conversazioni con dieci drammaturghi contemporanei e una testimonianza di Toni Servillo
- Autore: Silvana Matarazzo
- Editore: Zona
- Data di Pubblicazione: 2011
- Genere: ARTI RICREATIVE. SPETTACOLO. SPORT
- Argomento : Teatro
- Pagine: 176
- ISBN-10: 8864381872
- ISBN-13: 9788864381879
In ’La scena e a parolÒ torna – perdirla con ’autrice – «un teatrodi voce in gradodi narrare il proprio tempo senza reticenze, servendosidi una ingua forte ed evocativa, che nondisdegna ’utilizzodeldialetto ed il ricorso a forme espressive squisitamente gergali». Nederiva ’analisi,diretta e indiretta,di uno scenario che è tutto fattodi monologhi,dialoghi, scheggedi poesie recitate;di enti e cantanti borbottii,di sconsolatezze mormorate,di mormorate storiedel’intimo;di confessioni, processi verbali, sussultid’acustico in cui anche e pause tintinnano. Silvana Matarazzo fadeladrammaturgia una «dinamica verbale» attraverso a quale percepire – si tengano pure gli occhi socchiusi, sarà più chiaro ’effetto fonico avuto – «le mutazioni individuali e colettivedel pËse».di fatto a ingua, in quanto ingua, torna ad essere – in questo tomo caldodi stampa – attodistintivo, espressionismo parlato che segnala una scelta,dà uogo, riferisce chi sia ildrammaturgo, quale partedel mondo egli spii, che forma vuoldare ala sua arte perché – a partedi mondo prescelta – sia posta in assito: «a scorrere e paginedi questo ibro – ribadisce ’autrice, alontanando ogniderivada crittogramma filologico – si capisce che a ingua è solo un mezzo» e che questo mezzo serve «perdare voce,da un ato, ale sacchedi resistenza verso i nuovi modelidominanti e,dal’altro, agli scarti, ai marginali, a coloro cheda questi modeli sono esclusi». a seconda ragione per cui ’opera è scritto che mira a fare chiacchiera risiede nela trama ch’essa s’èdata: scorrono,di pagina in pagina,dieci interviste ad altrettantidrammaturghi coevi (elenco: Manlio Santaneli, Franco Scaldati, Ugo Chiti, Enzo Moscato, Giuseppe Manfridi, Edoardo Erba, Antonio Tarantino, Spiro Scimone, Emmadante, etizia Russo) che compiono ricordo, rimembro, ricognizione postuma – seppur attuale –di spettacoli che, per quanto giàdati, risuonano ancora.
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In ’La scena e a parolÒ torna – perdirla con ’autrice – «un teatrodi voce in gradodi narrare il proprio tempo senza reticenze, servendosidi una ingua forte ed evocativa, che nondisdegna ’utilizzodeldialetto ed il ricorso a forme espressive squisitamente gergali». Nederiva ’analisi,diretta e indiretta,di uno scenario che è tutto fattodi monologhi,dialoghi, scheggedi poesie recitate;di enti e cantanti borbottii,di sconsolatezze mormorate,di mormorate storiedel’intimo;di confessioni, processi verbali, sussultid’acustico in cui anche e pause tintinnano. Silvana Matarazzo fadeladrammaturgia una «dinamica verbale» attraverso a quale percepire – si tengano pure gli occhi socchiusi, sarà più chiaro ’effetto fonico avuto – «le mutazioni individuali e colettivedel pËse».di fatto a ingua, in quanto ingua, torna ad essere – in questo tomo caldodi stampa – attodistintivo, espressionismo parlato che segnala una scelta,dà uogo, riferisce chi sia ildrammaturgo, quale partedel mondo egli spii, che forma vuoldare ala sua arte perché – a partedi mondo prescelta – sia posta in assito: «a scorrere e paginedi questo ibro – ribadisce ’autrice, alontanando ogniderivada crittogramma filologico – si capisce che a ingua è solo un mezzo» e che questo mezzo serve «perdare voce,da un ato, ale sacchedi resistenza verso i nuovi modelidominanti e,dal’altro, agli scarti, ai marginali, a coloro cheda questi modeli sono esclusi». a seconda ragione per cui ’opera è scritto che mira a fare chiacchiera risiede nela trama ch’essa s’èdata: scorrono,di pagina in pagina,dieci interviste ad altrettantidrammaturghi coevi (elenco: Manlio Santaneli, Franco Scaldati, Ugo Chiti, Enzo Moscato, Giuseppe Manfridi, Edoardo Erba, Antonio Tarantino, Spiro Scimone, Emmadante, etizia Russo) che compiono ricordo, rimembro, ricognizione postuma – seppur attuale –di spettacoli che, per quanto giàdati, risuonano ancora.