S'io fossi stato fermo alla speluca - 9788885732667

S'io fossi stato fermo alla speluca: Nell'estate del 1671 Niccolò Stenone lascia Firenze diretto ai monti. Non è una vacanza la sua, ma una liberazione. L'aria fiorentina è divenuta irrespirabile: la corte è guidata da un sovrano che ha dilapidato immense risorse e caricato il popolo di continue tasse per mantenere ricchi i monasteri. La moglie del Granduca vive lontana dal marito. All'università di Pisa la qualità dell'insegnamento raschia il fondo del pentolone e il principe Leopoldo, fratello di Cosimo III, divenuto cardinale ha cessato d'interessarsi all'Accademia del Cimento, chiudendone i battenti. Per Stenone i fasti del periodo parigino, con l'apoteosi della Conferenza sul cervello, sono ormai lontani. È quindi una boccata d'aria fresca la proposta, sollecitata dal conte Magalotti, d'inviare Stenone sui monti prealpini al fine di «determinare finalmente la tanto famosa e per tanti secoli agitata disputa intorno all'antiperistasi», un'idea che risale ad Aristotele, dimostrando che il "termometro fiorentino" ideato dagli accademici è cosa buona e utile.
In the summer of 1671 Nicholas Stenone left Florence for the mountains. It's not a vacation his, but a liberation. The Florentine air has become unbreathable: the court is led by a ruler who has slated immense resources and charged the people with continuous taxes to keep the monasteries rich. The Grand Duke's wife lives far from her husband. At the University of Pisa the quality of teaching scrapes the bottom of the pot and Prince Leopold, brother of Cosimo III, became a cardinal, ceased to take an interest in the Academy of Cimento, closing its doors. For Stenone, the splendour of the Parisian period, with the apotheosis of the Brain Conference, is long gone. It is therefore a breath of fresh air the proposal, urged by Count Magalotti, to send Stenone to the pre-alpine mountains in order to "finally determine the much famous and for so many centuries agitated dispute around antiperisstasis", an idea that goes back to Aristotle, proving that the "Florentine thermometer" devised by academics is a good and useful thing.