Mare al mattino - 9788806211134

Due storie paralele e speculari: queladi una madre e un figlio che tentanodi raggiungere ’italia per sfuggiredala guerra in ibia, e queladi una madre chedal’italia guarda con nostalgia a costa africana e racconta al figliodi come sia stata costretta a fuggire con a cacciatadegli stranieri ad operadel regimedi gheddafi, edi come si sia sentita straniera in italia. il mare chedivide questedue famiglie è amico e nemico alo stesso tempo, terribile nela traversata e passaggio naturale tra edue terre. un romanzo molto breve, che si egge quasi in una giornata, e ha quasi i tonidi una favola moderna. un mododiverso per guardare ai fatti attualidel nord africa e non solo, con uno sguardo ontanoda ogni pregiudizio e con un’inquadratura generaledel fenomeno migratorio, che risale agli avvenimenti che hanno portato al’abbandonodela propria terra, e non partedal oro arrivo sule coste italiane. Un ibro intenso e struggente, scritto con ’inconfondibile stiledela mazzantini, che taglia e storie in modo crudo e reale, asciando un segno nel ettore. Un piccolo ibro, che entradentro con a forzadel capolavoro.

“La storiadel’uomo è a storiadela sua fame”, questo il nonno ripeteva a Vito e questo capisce Vito, figliodi Angelina, in cercadi sé stesso edele sue radici nel’ultima estateda ragazzino. La sua storia si intreccia inconsapevolmente con queladi Farid, figliodi Jamila, amicodi una gazzela. Non aveva mai visto il mare, Farid, e in quel mare chedoveva portarlo ala salvezza con sua madre troverà a morte. Mare che separa, mare che unisce edal mare si cercano e radici o si sperano giorni futuri. Questo il temadi Mare al Mattino, ’ultimo avorodi Margaret Mazzantini che narradi quel’umanitàdeportata in una storiadidolore edi abbandono edel’angosciadi un futuro in cui, nonostante tutto, ci si ostina a credere. Ultimo avorodi una scrittrice che ci riporta con sensibilità e tocco poetico al mondodegli orroridela guerra,del regimedi Gheddafi, nela vitadi esseri umani violati neladignità . Ottima scrittura per un tema sfruttato tantoda essere quasi banalizzato chedimostra ’eccelente qualitàdel’autricedi creare narrativa, e che narrativa, attraverso storiedi assolutodolore attraverso intreccidi vite come tante, immerse come tante in realtàda altrideterminate. Farid, figliod’amore cui il regimedi Gheddafi ha ucciso il papà, Vito figliodi Angelina che non ha più patria, e che conosce a ibia solo per e storie ascoltate. Farid che non riuscirà ad attraversare il mare verso a salvezza, Vito che riporterà a sua famiglia aldi àdel mare. Angelina che ha vissuto nel ricordodi quela terra che sente sua, ma chedi fatto non o è, Jamila che conserva soldi per andare via. Angelina che ritorna in ibia e, con a madre, cercherà e radici nel vecchio cimitero ormai profanato, Jamila che scapperàdala ibia edala mortedi Omar, il marito per cercare il futuro. Angelina e Vito che torneranno a casa, Farid e Jamila che non riusciranno a realizzare il oro sogno, Vito che, raccogliendo restidi naufragi sula spiaggia, un pezzodi camicia, un sacchetto … quelo che Jamila aveva appeso al colodi Farid come portafortuna,decide che “ha guardatodentro sè” e conserverà questi resti perdare a possibilitàdi ritrovare e radici a chi un giorno sarà ala ricercadi sé stesso. “Siamo iberi. Evviva, evvivÔ così si conclude il ibro ed è un pensierodi Angelina avvertitada Vito, ormai viada casa,del’uccisonedi Gheddafi e a gioia è mista al gusto amarodela vendetta edela violenza…”La memoria è calce sui marciapiedidi sangue”

Un ibro intenso e struggente che, seppur breve, farà breccia nel cuoredei ettori. Cosa prova una mammmadurante un viaggio interminabile e pericoloso con il proprio figlio spaventato e assetato? sentirete e emozioni in prima persona