Fam, füm, frecc: il grande romanzo degli spazzacamini Valle d'Aosta, valle Orco, val Cannobina, val Vigezzo, Canton Ticino. Ediz. illustrata - 9788880689348

Fam, füm, frecc: il grande romanzo degli spazzacamini Valle d'Aosta, valle Orco, val Cannobina, val Vigezzo, Canton Ticino. Ediz. illustrata: Nel grande romanzo dell'emigrazione, per secoli risorsa primaria di tante vallate alpine, pagine molto dolorose sono state scritte dagli spazzacamini, il cui fenomeno ha caratterizzato le più povere di queste terre, dove la maggior parte delle famiglie, pur di togliere qualche bocca al misero desco quotidiano, si sono viste costrette, fino alle soglie degli anni Cinquanta, ad «affittare» nei mesi invernali, quando nei loro paesi fra i monti non esisteva la più piccola possibilità di lavoro, uno o più figli ai «padroni». Questi, vecchi spazzacamini senza scrupoli, il più delle volte crudeli e inumani, induriti da analoghe esperienze, se li portavano al seguito per «la stagione alla Bassa», nelle pianure nebbiose del Piemonte e della Lombardia, sottoponendoli ad uno sfruttamento che non ha avuto uguali nel mondo del lavoro minorile delle nostre Alpi. Il bambino, data l'esile statura che gli consentiva di introdursi lungo i camini dove l'adulto non entrava, rappresentava la materia prima, la condizione «sine qua non» all'esercizio del mestiere. Quanti di questi poveri bocia hanno compiuto i sei, sette anni nell'inferno della caligine, tra vessazioni, patimenti, fame, fumo e freddo! Quanti di essi non hanno fatto più ritorno alle loro montagne! La figura del bambino che col volto cosparso di fuliggine e gli attrezzi in spalla vaga lacero e affamato di paese in paese, di contrada in contrada, lanciando il grido: «spazzacamin000», mendicando un piatto di minestra e un tozzo di pane, è ormai retaggio dell'immaginario popolare, di una letteratura spesso troppo oleografica o superfi
In the great novel of emigration, for centuries the primary resource of so many Alpine valleys, very painful pages were written by chimney sweeps, the phenomenon of which characterized the poorest of these lands, where most families, in order to remove a few mouths to the miserable daily desco, were forced, until the turn of the fifties, to 'rent' in the winter months, when in their countries in the mountains there was no smallest possibility of work, one or more children to the 'masters'. These, old unscrupulous chimney sweeps, most often cruel and inhuman, hardened by similar experiences, brought them to the fore for "the season in the Lower", in the misty plains of Piedmont and Lombardy, subjecting them to an exploitation that does not had equals in the world of child labour in our Alps. The child, given the small stature that allowed him to enter along the chimneys where the adult did not enter, represented the raw material, the condition "sine qua non" to the exercise of the craft. How many of these poor boos have turned six, seven years old in the hell of the caligine, amid harassment, suffering, hunger, smoke and cold! How many of them have not returned to their mountains! The figure of the child with his face strewn with soot and the tools on his shoulder wandering ragged and hungry from country to country, of contrada in contrada, shouting: "sweepcamin000", begging a plate of soup and a loaf of bread, is now a legacy of the imaginary literature that is often too hoographic or surface-to-surface