La lezione di Carl Schmitt. Quattro capitoli sulla distinzione tra teologia politica e filosofia politica - 9788868790196

La lezione di Carl Schmitt. Quattro capitoli sulla distinzione tra teologia politica e filosofia politica: Carl Schmitt è il più celebre e controverso rappresentante in epoca recente della Teologia politica, vale a dire di una Teoria politica che pretende di fondarsi sulla fede nella Rivelazione divina. Una pretesa che questo libro prende sul serio, andando alla ricerca del nucleo religioso che dà unità e coerenza alla sua labirintica opera. Lontana dall'indignazione morale quanto dall'ammirazione apologetica, questa interpretazione ha infiammato un dibattito da sempre acceso sul suo pensiero. Ma è in vista di una fondazione filosofica e non teologica della vita politica che al suo nome assegna un posto paradigmatico nella tradizione di un concetto che ritorna inesorabilmente d'attualità. Grazie all'analisi del pensiero che si fonda sulla Rivelazione può delinearsi per differenza quello fondato al contrario sulla Ragione. All'opposta autorità riconosciuta come sovrana corrispondono antitetiche comprensioni di sé. Un pensiero che si sottragga al confronto con tale distinzione rischia di presupporre in maniera inconsapevole un senso della vita e della storia analogo a quello teologico, quand'anche nell'epoca della secolarizzazione escluda dalla sfera pubblica ogni religione o si opponga all'obbedienza della politica ai comandamenti di una Rivelazione. Come confutazione della controparte prende forma questa logica del riconoscimento della propria identità per mezzo della determinazione del proprio nemico, profilandosi come soluzione all'insuperabile contrapposizione dialettica una più chiara conoscenza di sé. È sulla distinzione tra Teologia politica e Filosofia politica che si fon
Carl Schmitt is the most famous and controversial representative in recent times of political theology, namely of a political theory which claims to be based on faith in divine revelation. A claim that this book takes it seriously, seeking religious core that gives unity and coherence to its labyrinthine opera. Far from moral outrage than from admiration apologetics, this interpretation has inflamed a debate by continuously on his thought. But it is a philosophical foundation and theological not of political life that his name assigns a place paradigm in the tradition of a concept that returns relentlessly topical. An analysis of thought based on revelation can emerge for difference that founded instead on reason. The opposite of recognized authority as sovereign are antithetical understandings of self. A thought that you catch up to comparison with that distinction is likely to assume unwittingly a sense of life and history similar to the theological, even in an era of secularization excludes from the public sphere any religion or oppose political obedience to the commandments of a revelation. As a rebuttal of the counterparty takes shape this logic of recognition of their identity by means of determining one's enemy, looms as a solution to insuperable opposition dialectic clearer knowledge of self. Is on the distinction between political theology and political philosophy that fon