Storie del '900. Il giardino dei Finzi Contini di Vittorio De Sica - 9788860605627

Storie del '900. Il giardino dei Finzi Contini di Vittorio De Sica: "Il giardino dei Finzi Contini" è, in positivo, dal punto di vista cinematografico, uno dei risultati più alti e significativi dell'Italia unita e ricostruita sotto il segno della democrazia, con ormai alle spalle i demoni della guerra e della follia assolutista. Era come se il grande patrimonio artistico e artigianale che per secoli (anzi per millenni) aveva permesso all'Italia - e a Roma ancor più - di primeggiare del mondo nella sfera della produzione artistica, confluendo dagli artisti agli "artigiani" senza soluzione di continuità, avesse trovato la sua ultima roccaforte tra le mura di Cinecittà. è in questa ottica d'individuazione nel cinema italiano dell'ultima propaggine del millenario primato nazionale nell'arte e nell'artigianato che il Museo Ebraico di Roma ospita questa rassegna. La ospita, dunque, nel nome della continuità e dell'amalgama delle storie e delle tradizioni , volendo ricomporre le ultima, ma ancora vive, lacerazioni che il dramma della Guerra e della Shoah hanno lasciato nel profondo dentro di noi, come brace viva sotto un cumulo di ceneri.
"Il giardino dei Finzi Contini" is positive, in terms of film, one of Italy's highest and significant color and rebuilt under the banner of democracy, now behind the demons of war and madness absolutist. It was as if the great artistic heritage and craftsmanship for centuries (even millennia) had allowed Italy and Rome even more-to Excel in the world in the sphere of artistic production, flowing from the artists to "craftsmen" seamlessly, he found his last stronghold within the walls of Cinecitt??. It is in this context of detection in Italian cinema of the last offshoot of the Millennium national record in art and crafts that the Jewish Museum of Rome is hosting this event. The hosts, therefore, in the name of continuity and the amalgam of stories and traditions, wanting to unscramble last, but still alive, lacerations that the tragedy of war and the Holocaust have left deep inside us, like embers alive under a pile of ashes.