La Solitudine del credente - 9788810221464

La Solitudine del credente: L'autore presenta un percorso biblico che ha come filo conduttore la solitudine del credente: "Mi è capitato di affrontare le principali figure bibliche a partire da Adamo, passando per Abramo e Giuseppe, Mosè ed Elia, Isaia e Geremia, e di riconoscere in esse, a posteriori, una comunione nella solitudine". E come non guardare infine anche alla solitudine di Gesù? Questa si esprime soprattutto nei momenti di preghiera e quindi nei momenti più alti della sua esperienza di Dio. La Bibbia identifica senza mezzi termini la solitudine come cosa non buona: "Non è bene che l'uomo sia solo" (Gen 2,18). Eppure, solitudine e comunione, libertà e appartenenza, sono i poli di ogni esistenza umana. Occorre quindi imparare ad abitare la solitudine, ad addomesticarla, a renderla familiare: "mi è sembrato che proprio questo potesse essere un insegnamento dei grandi credenti della Bibbia" (dalla Premessa).
The author presents a biblical path which has as its theme the loneliness of the believer: "I happened to address major Biblical figures starting from Adam, through Abraham and Joseph, Moses and Elijah, Isaiah and Jeremiah, and recognize in them, in retrospect, a fellowship in solitude." And how not to look also to the loneliness of Jesus? This is expressed especially in moments of prayer and then in the high points of his experience of God. The Bible identifies bluntly loneliness as something not good: "it is not good that the man should be alone" (Gen. 2.18). Still, solitude and communion, freedom and belonging, are the poles of any human existence. It is therefore necessary to learn to live alone, to tame, to make it familiar: "it seemed to me that this could be a teaching of great believers of the Bible" (the premise).