Tempus visitationis. L'intercomunione inaccaduta fra Roma e Costantinopoli - 9788815280404

Tempus visitationis. L'intercomunione inaccaduta fra Roma e Costantinopoli: Nel giugno 1970 un quartetto di teologi incaricati dal patriarcato di Costantinopoli e dal papa di Roma completava la stesura di un rapporto sulla possibile concelebrazione eucaristica fra Athenagoras e Paolo VI. Quella liturgia era l'atto che avrebbe trasformato la levata delle scomuniche fra Roma e Costantinopoli, sancita negli ultimi giorni del concilio Vaticano II, in una comunione piena ed effettiva. L'argomento offerto al termine di una lunga serie di contatti - che videro attivi padre Duprey, monsignor Willebrands, il metropolita Meliton e i due stessi titolari dei troni di Pietro e di Andrea - era lineare: se fra le due chiese non c'è sufficiente unità di fede, allora la condivisione del calice sarebbe un atto spericolato, ma se fra le due chiese c'è unità di fede, allora non comunicare alla stessa mensa sarebbe un peccato. Quell'atto, che il vecchio patriarca Athenagoras sognava, sarebbe sfumato: cautele, timori, contraccolpi ne fecero sospendere la preparazione; e alla fine, con la sua morte, tutto svanì, lasciando traccia solo in una serie di documenti della fine degli anni Sessanta, inediti nella loro interezza e poco compresi nella loro portata: emergendo dal chiuso degli archivi illuminano il momento drammatico in cui per i capi delle chiese il sogno trainante dell'unità visibile è diventato il pezzo di una diplomazia religiosa.
In June 1970 a quartet of theologians commissioned by the Patriarchate of Constantinople and the Pope of Rome completed the drafting of a report on the possible Eucharistic concelebration between Athenagoras and Paul VI. That liturgy was the Act that would transform the excommunication between Rome and Constantinople, enshrined in the last days of Vatican Council II, in a full and effective communion. The argument offered at the end of a long series of contacts-who saw Father Duprey active, Monsignor Willebrands, Metropolitan Meliton and the two same holders of the thrones of Peter and Andrew-was linear: if between the two churches there is not enough unity of faith, then the Sharing the chalice would be a reckless act, but if there is unity of faith between the two churches, then not communicating at the same table would be a sin. That act, which the old Patriarch Athenagoras dreamed, would be blurred: Cautele, fears, kickbacks made them suspend the preparation; And in the end, with his death, everything vanished, leaving traces only in a series of documents of the late sixties, unpublished in their entirety and poorly understood in their scope: emerging from the closed of the archives illuminate the dramatic moment in which for the leaders Of the churches the driving dream of visible unity has become the piece of a religious diplomacy.