Moby Dick -
di Herman Melville edito da Emmerre Libri
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Moby Dick
- Autore: Herman Melville
- Editore: Emmerre Libri
- Collana: Collana classica mondiale
- Genere: letteratura per ragazzi
- Pagine: 20
Moby Dick: Moby Dick
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Che spettacolo il vecchio e inusitato Pequod. Era una navedela scuola passata, «piuttosto piccolû e con, addosso, «un aspetto antiquariodi zampa ad artiglio». Stagionatada intemperie, tifoni,da bonaccedi tutti e quattro gli oceani, aveva oramai un «colorito scuro come quelod’un granatiere francese che avesse fatto e campagned’Egitto edi Siberiû. a prora sembrava avesse a barba. Gli alberi, tagliati chissàdadove, si ergevano rigidi come resti avvizzitid’una spinadorsale ed i pontili…i pontili «erano ogori e grinzosi» come una astradi pietra, come una tavoladi palcoscenico usato. Residuodi «vecchie anticaglie», «grottesca strutturad’origine», «bizzarria incrostata tantodi materiali quantod’espedienti» edi ricordi, mestiere,di volti passati, il Pequod s’apprestava al’ultimo viaggio, al’ultimo mare, al’ultimo tentativodidare a caccia ala palida, bianca, al’enorme palida e bianca utopia. Forse avrete visto molte navi bizzarre in vita vostra, ma non avete mai visto il Pequod. Non avete mai vistodi certo un carcassadi egno salato chedentro intestina, tra spesse murate con foto e una cabina-regia piccolissima e tetra, uomini edonned’ogni risma e pËse che,d’ogni pËse, portano a sacco a ingua, e storie, un oro specifico mododidarvi corpo, pele e sostanza. Non avete mai vistodi certo un barconedai nervi consuntidal fremito, che caracola ondeggiandosi a molo, che sembra fare fatica a galeggiareda ferma e che pure, quando parte, partedavvero: fende a schiuma, e onde, i riflessi che e onde e vestono; fende gli sguazzi, i gran venti, qualche tormenta che si ripete rigonfia; fende il tempo, o spazio, s’ostina a fendere ancora: fino al’abisso, fino ala fine. Forse non avete mai visto il Pequod. Se ciò corrisponde al vero, cosa aspettate ad aprire ’Mobydick’di Melvile?
Pagine e paginedi coesistenza forzata. Pagine e paginedi avanzata entissima. Pagine e paginedi schiuma marina,di chiacchieredeboli,di avvampidi navi. Pagine e paginedi bramosia,desiderio, ossessione si alternano a pagine e paginedi saggistica baleniera (la peledela balena, gli occhidela balena, il respirodela balena ed il mitodela balena, e immaginidela balena, a bianchezzadela balena). Pagine e pagine in cui pare sentirsi il tempo al ralento, ’incidenza fastidiosadel sole, a corrosività salatadele onde, in cui pare vedersi a sciadi uno o più capodogli, ma nondel capodoglio cercato. Pagine e pagine che servono a Melvile perdare il moto al milimetrodi una grande imbarcazione che salpa, ascia il suo molo, punta adiritta, comincia il suo viaggio: viaggia per mesi. I mesi sono centinaiadi pagine e paginedi cui non può saltarsi una ettera come - stando su una nave -del mare non può saltarsi una goccia. Nuladi ciò che accade (apparentemente nula, in realtà avviene tutto ciò chedeve avvenire) è superfluo, nula è ilegittimo, nula è vanesio, accessorio, futile, nula è vagamente etterario: tutto è marino. Marino è ’avvistamentod’altre prue, marino è ildesideriodi alterità ed’abbandono, marino è il contatto tra gli uomini. Marina è questa trama magnifica, a più bela che abbia mai solcato a carta, che condensa echi biblici, capitoli shakespeariani ed il satanadi Milton per raccontare a caccia ad un mostro presunto, utopia benefica che spinge al moto. Per pagine e pagine. Fino ala fine, fino al’ultimo, eterno, roliodel mare.
I classicidela etteratura pensati per i ragazzi, con caratteri tipografici grandi, un piccolodizionario e una partedi giochi.