Prima di aprire bocca. Il corpo nel disagio contemporaneo tra disturbi alimentari, autolesionismo, identità di genere e dipendenze - 9788862507301

Prima di aprire bocca. Il corpo nel disagio contemporaneo tra disturbi alimentari, autolesionismo, identità di genere e dipendenze: Vi è una psicopatologia della vita quotidiana ai tempi della globalizzazione? L'autore affronta tale quesito senza cadere in uno sforzo speculativo teorico o epistemologico, bensì incarnandosi nelle storie di ragazzi affetti da disturbi alimentari, oggi così diffusi (anoressia, bulimia, obesità, vigoressia, ortoressia), per precipitare dentro le esperienze di vita di ciascuno, trovando alcuni spunti di riflessioni sui grandi temi umani che oggi vengono trattati, talvolta, con discreta banalità: la sessualità, la differenza di genere, le genitorialità, le dipendenze, gli abusi e i traumi. Il medium del discorso è il corpo, che smette di essere sostanza dialettica e aperta al mondo per diventare un'icona disumanizzata. "Perché dobbiamo piacere agli altri? Perché il tema del riconoscimento ci destabilizza così tanto? Non ho risposte preconfezionate, soluzioni da offrire, pretese salvifiche, ma ho capito sulla mia pelle che dobbiamo imparare, anche grazie a chi ci sta accanto, a prenderci cura di noi, a saper cogliere il 'bene', saperlo offrire come gesto d'umana accoglienza" (dalla postfazione di Martina Colombari). Prefazione di Corrado Formigli.
There is a psychopathology of everyday life in a time of globalisation? The author tackles this question without falling into speculative theoretical or epistemological effort, but by becoming incarnate in the stories of women suffering from eating disorders, today so widespread (anorexia, bulimia, obesity, vigorexia, orthorexia) to precipitate in the life experiences of each, finding some food for thoughts on the big issues that today are treated sometimes with discreet banality: sexuality, gender, parenting, addictions, abuse and trauma. The medium of speech is the body, which stops being substance dialectic and open to the world to become an icon dehumanized. ??Why we need to please others? Because the topic of recognition it destabilizes so much? I have canned responses, solutions to offer, saving pretensions, but I realized on my skin that we must learn, thanks to those around us, to take care of us, to grasp the "good", knowing how to offer as human gesture hospitality?? (from the Afterword by Martina Colombari). Foreword by Corrado Formigli.