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L'estetica triste. Seduzione e ipocrisia dell'innovazione - 9788833930480
di Fabio Merlini edito da Bollati Boringhieri, 2019
- Prezzo di Copertina: € 14.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: L'estetica triste. Seduzione e ipocrisia dell'innovazione
- Autore: Fabio Merlini
- Editore: Bollati Boringhieri
- Collana: Temi , Nr. 287
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: metafisica
- Argomento : Estetica
- Pagine: 138
- ISBN-10: 8833930483
- ISBN-13: 9788833930480
L'estetica triste. Seduzione e ipocrisia dell'innovazione: «Scienza triste»: l'economia non è più riuscita a liberarsi del suo epiteto ottocentesco, che metteva sotto accusa la brutalità di appetiti a malapena dissimulati dall'astrattezza dei principi regolatori del mercato. Motivi analoghi inducono oggi Fabio Merlini a qualificare come «triste» anche l'estetica, sfera a cui di solito assegniamo effetti rasserenanti, se non euforizzanti. La bella apparenza che tanto ci seduce nella scenografia della merce esercita infatti un potere di incantamento che da un lato occulta condizioni di produzione talora neoschiavistiche e offese all'ecosistema, e dall'altro stringe alleanze con i regimi di consunzione del tempo nei quali si estenua la nostra esistenza, convocata in un presente privo di orizzonte. Invece di disinnescarla, l'esuberanza delle cose potenzia la tonalità depressiva dell'innovazione, che vive di caducità indotta attraverso vettori di accelerazione: ogni novità presto confligge con la versione aggiornata di se stessa, condannandosi a rapida obsolescenza e denunciando la consanguineità tra moda e morte già colta da Leopardi due secoli fa. A questa inevitabile «tristezza» cooperano adesso la disintermediazione universale, il dinamismo immobile - immediatezza ostile a qualsiasi differimento - e la stilistica della prestazione, che all'insegna dell'easy style costringe in realtà a una sfibrante mobilitazione cognitiva. Di ossimoro in paradosso, Merlini con garbo ragionativo ispeziona il nostro mondo estetizzato e performante, in cui tutto è merce o aspira feticisticamente a diventarlo. Un mondo, conclude, sempre più inospitale.
«Sad Science»: The economy has not been able to get rid of its nineteenth-century epithet, which impeded the brutality of appetites barely disguised by the abstractness of the regulating principles of the market. Similar Motives induce today Fabio Merlini to qualify as "sad" also the aesthetics, sphere to which we usually assign soothing effects, if not euphenizing. The beautiful appearance that seduces us in the scenography of the goods, in fact, exerts a power of enchantment that on the one hand occult conditions of production sometimes neoschiavistiche and offenses to the ecosystem, and on the other it makes alliances with the consumption regimes Of the time in which our existence is extended, convened in a present without horizon. Instead of Disarnescarla, the exuberance of things enhances the depressive hue of innovation, which lives by transience induced by acceleration vectors: every novelty soon conflicts with the updated version of itself, condemning itself to rapid Obsolescence and denounding the consanguinity between fashion and death already seized by Leopardi two centuries ago. To this inevitable "sadness" now cooperate the universal disintermediation, the immobile dynamism-immediacy hostile to any deferment-and the stylistic of the performance, which under the banner of the easy style actually forces a exhausting Cognitive mobilization. Of Oxymoron in paradox, Merlini gracefully inspects our aesthetic and performing world, in which everything is merchandise or feticistically sucks to become it. A world, he concludes, more and more inhospitable.
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