Viaggi e avventure della Serendipity. Saggio di semantica sociologica e sociologia della scienza - 9788815063328

Viaggi e avventure della Serendipity. Saggio di semantica sociologica e sociologia della scienza: "Serendipity": inventato nel 1754 da Horace Walpole, il termine, che sta a indicare quel misto di sagacia e fortuna con il quale si giunge a compiere inintenzionalmente scoperte felici, viene altrettanto ingegnosamente re-inventato negli anni '40 da Merton che lo introduce nelle scienze sociali. Nella serendipity egli scorgeva il modello in grado di rendere conto del dato "imprevisto, anomalo e strategico" nel processo della scoperta scientifica. Queste pagine seguono le peripezie dell'esoterica parola lungo due secoli, ricostruendo il contesto sociale e culturale entro cui fu coniata nel Settecento; il clima d'opinione in cui essa apparve per la prima volta a stampa nell'Ottocento; le variegate risposte che l'incontro col neologismo suscitò; la sua diffusione e riconcettualizzazione, fino alla metà del Novecento, nei diversi circoli di bibliofili, letterati, collezionisti, lessicografi, scienziati della natura e sociologi, e quindi presso il grande pubblico; gli usi ideologici a cui si è prestata. Rimasto inedito dal 1958, questo studio è una cronaca delle peregrinazioni della "parola-e-concetto" dal minuscolo palcoscenico degli arcani alla grande scena dell'uso comune. Ad ancorarlo al presente il sinuoso, e squisitamente mertoniano, excursus autobiografico che chiude il volume.
Serendipity: invented in 1754 by Horace Walpole, the term, which means that mixture of wisdom and luck by which we arrive at unintentionally make discoveries cleverly reinvented is equally happy in the years ' 40 from Merton who introduced him in the social sciences. In serendipity he saw the model able to account as "unexpected, unusual and" in the process of scientific discovery. These pages follow the adventures of the esoteric word along two centuries, reconstructing the social and cultural context within which was coined in the eighteenth century; the climate of opinion in which it first appeared in print in the nineteenth century; the variegated responses that the encounter with the neologism aroused; its spread and reconceptualization, until the mid-20th century, in the various circles of bibliophiles, scholars, collectors, lexicographers, nature and sociologists, scientists, and then to the general public; ideological uses to which it is given. Remained unpublished since 1958, this study is a chronicle of the wanderings of "Word-and-concept" from the tiny stage of the arcana to great scene of common use. To anchor it to the sinuous, and exquisitely Merton, autobiographical digression that closes the volume.