L'apparire di Dio. Per una metafisica teologica - 9788846741417

L'apparire di Dio. Per una metafisica teologica: "L'uomo è - costitutivamente - risposta che precede ogni domanda e domanda che sempre interpella quella risposta": questo sembra essere il testimone - o meglio uno dei testimoni - di questo libro. E tale risposta consiste nella manifestazione originaria della verità. Ma da quale domanda prende le mosse la ricerca filosofica svolta nel volume? Dalla domanda delle domande: da quella che riguarda il fondamento assoluto del reale, l'Assoluto, Dio. Tale domanda è implicata nella "situazione" che caratterizza l'esserci umano ed è presentata nel libro riecheggiando le parole di Heidegger: per l'uomo "il donde e il dove restano nascosti". Il libro vuole dimostrare come quella domanda abbia già da sempre una risposta che è in perenne attesa di essere ascoltata: il "donde e il dove dell'uomo" non è il nulla, ma è ciò che chiamiamo "Dio". Il pensiero metafisico, il pensiero nella sua estensione massima, è l'apparire di Dio, anzi di "Chi" è Dio. Se l'apparire di Dio è la risposta che da sempre attende di essere ascoltata, allora è possibile giustificare due posizioni solo apparentemente inconciliabili: da un lato che si possa parlare di una "metafisica originaria"; dall'altro che l'uomo sia un "colloquio" tra la risposta originaria e le domande ulteriori: quelle domande che sempre più gli permettono di "conoscere se stesso".
"The man is constitutively-response-before each question and that question always asks that answer": this seems to be the witness-or rather one of the witnesses-of this book. And that answer is the original manifestation of truth. But as demand builds the philosophical research carried out in volume? The question of questions: what about the absolute Foundation of reality, the absolute, God. This question is involved in "situation" that characterizes the human being there and is presented in the book, echoing the words of Heidegger: for man "donde and where they remain hidden." The book aims to show how that question has already a response that is in continual expectation of being heard: "whence and whither of man" is not nothing, but it is what we call "God". The metaphysical thinking, thinking in its maximum extension, is the appearance of God, rather than "who" is God. If the appearance of God is the answer that always waits to be heard, then you can justify two seemingly irreconcilable positions: on the one hand that we can speak of an "original metaphysics"; the other man is a "conversation" between the answer and more questions: those questions that increasingly allow him to "know itself".