Verità finita. Sulla forma originaria dell'umano - 9788846750150

Verità finita. Sulla forma originaria dell'umano: La questione della "verità", sebbene spesso in modo sotterraneo, attraversa il panorama filosofo contemporaneo. Ciò che si rileva è che sia quando si affermi l'incontrovertibile, sia quando lo si neghi, prevale per motivi diversi la convinzione che non sussista un ambito veritativo tra l'assoluto stare della verità e il movimento che caratterizza la "vita" considerata puramente in se stessa o, detto diversamente, tra la "verità" e l'"opinione". Se le cose stessero così, la sfera che include la conoscenza non incontrovertibile e le varie forme della prassi, che costituisce il concreto vivere dell'"uomo" nel mondo, sarebbe interamente fuori della verità. Per dare forma a un tale ambito veritativo deve essere posta una domanda essenziale, a cui il libro ha inteso dare risposta: se la verità è niente di meno dell'"incontrovertibile", qual èl a verità (l'aspetto di verità) di ciò che, non rispecchiando tale assolutezza (ad esempio: l'interpretazione, la fede, l'agire), può essere chiamato "non verità"? Viene a essere giustificato in tal modo anche il concetto, sovente semplicemente presupposto, di verità finita.
The question of "truth", although often in a basement, through the view contemporary philosopher. What you find is that when you say the incontrovertible, either when you deny it, prevails for reasons other than the belief that there is no absolute truth scope between the stay of truth and the movement that characterizes life considered purely in herself or, said differently, between the "truth" and "opinion". If things were so, the sphere that includes knowledge not uncontroversial and various forms of Praxis, which constitutes a real live of "man" in the world, it would be entirely out of the truth. To give shape to an essential truth that scope must be a question, to which the book meant to be answered: If the truth is nothing less than "uncontroversial", what is true (the appearance of truth) of what, not reflecting this absoluteness (for example: the interpretation, faith, Act), can be called "not truth"? Is to be justified in doing so even the concept, often simply assumed, truth over.