La Sicilia e gli anni Cinquanta. Il decennio dell'autonomia - 9788891759764

La Sicilia e gli anni Cinquanta. Il decennio dell'autonomia: La Sicilia degli anni Cinquanta raccontata da Danilo Dolci, Carlo Levi, Leonardo Sciascia, o dai tanti reportage di quotidiani come «L'Ora», appariva l'emblema dell'arretratezza e dell'abbandono del Meridione. Ma in quegli stessi anni altre cronache giornalistiche, documentari e cinegiornali, descrivevano le trasformazioni urbanistiche nell'isola, le opere pubbliche, le speranze di un futuro petrolifero e industriale, facendone quasi un simbolo della ricostruzione e del benessere che cominciava a far capolino in Italia. Erano narrazioni diverse di una Regione protagonista di un contraddittorio processo di cambiamento, in cui progresso e povertà si mischiavano continuamente. D'altronde l'autonomia siciliana, in vigore dal 1946, aveva trovato fondamento e legittimità, non su preesistenti identità etnoculturali, ma nel suo essere strumento politico necessario allo sviluppo dell'isola e al superamento del divario economico rispetto al resto del Paese. Se da una parte vi era l'autonomismo di chi governava e metteva in mostra le proprie realizzazioni materiali, dall'altra vi erano le sinistre che in nome dell'autonomia tradita difendevano gli interessi di una Sicilia sempre sfruttata e rivendicativa. Ma in ogni caso l'autonomia e i suoi obiettivi erano il motore della politica regionale. Il volume ricostruisce questa stagione della storia siciliana, cercando di raccontare le trasformazioni dell'isola e le rappresentazioni di queste in funzione delle differenti sensibilità autonomistiche e dei loro obiettivi. La Sicilia che qui prende corpo non è quindi solo quella "patologica" de
The Sicily of the fifties as told by Danilo Dolci, Carlo Levi, Leonardo Sciascia, or by the many reports of newspapers as "the hour" was the emblem of backwardness and neglect of the South. But in those same years other journalistic Chronicles, documentaries and newsreels, they described the urban transformation in the island, public works, the hopes of a future industrial and oil, making it almost a symbol of reconstruction and well-being that began to poke in Italy. Were different narratives of a region leading a contradictory process of change, in which progress and poverty continuously mixed together. On the other hand the autonomy of Sicily, in force since 1946, had found the Foundation and legitimacy, not on existing etnoculturali identity, but as a political tool is necessary for the development of the island and to overcome the economic gap with respect to the rest of the country. If on the one hand, there was the autonomism of who ruled and put on display their accomplishments materials, on the other hand there were the ominous that in the name of autonomy betrayed defended the interests of a Sicily always exploited and bargaining. But in any case the autonomy and its goals were the engine of regional policy. The book reconstructs this season of Sicilian history, trying to tell the transformations of the island and the representations of these depending on the different sensitivity for autonomy and their objectives. Sicily which here takes shape is not only that "pathologic" de