Per una pedagogia critica delle buone prassi - 9788891781246

Per una pedagogia critica delle buone prassi: L'espressione buone prassi, entrata nell'uso comune, ha registrato una fortunata diffusione soprattutto nei vari ambiti professionali e scientifici. Il volume si propone di rileggere criticamente tale costrutto entro la complessità del discorso pedagogico come sapere critico, attivo e progettuale, problematizzando le tendenze sulle quali esso si staglia, in primis la cultura dell'evidenza e del primato delle tecnologie, emergenti anche in campo educativo. Alla luce di ciò il testo affronta un articolato e complesso intreccio di questioni legate ai temi dell'efficacia, dell'evidenza, del giudizio, discutendo alcuni rischi di semplificazione e di interpretazione in senso riduttivo delle buone prassi, nell'intento di superarne una concezione tecnica e meramente strumentale. Legando ogni discorso sulle pratiche alla dimensione teorica dell'agire e del pensare l'educazione, esso propone una reinterpretazione pedagogica di tale costrutto, anche suggerendo requisiti e criteri per un suo utilizzo critico. In tal senso ne fa emergere il potenziale positivo, per la peculiare animazione della dinamica teoria/prassi che esso consente, per la sua collocazione intermedia tra pratica ordinaria e ricerca scientifica, tra partecipazione attiva di chi opera sul campo e configurazione formalizzata di indagini, tra saperi teorici e saperi della pratica, tra innovazione e problemi inediti.
The expression Good practice, entered into common use, has experienced a successful diffusion especially in the various professional and scientific fields. The volume proposes to re-read critically this construct within the complexity of the pedagogical discourse as critical, active and design knowledge, problematising the tendencies on which it stands out, primarily the culture of evidence and the primacy of Technologies, also emerging in the educational field. In the light of this, the text tackles a complex and intricate interweaving of issues related to the issues of efficacy, evidence and judgement, discussing some risks of simplification and interpretation in the reductive sense of good practice, in order to To overcome a technical and purely instrumental conception. By Tying every discourse on practices to the theoretical dimension of action and thinking education, it proposes a pedagogical reinterpretation of this construct, also suggesting requirements and criteria for its critical use. In This sense it brings out the positive potential, for the peculiar animation of the Dynamics theory/practice that it allows, for its intermediate position between ordinary practice and scientific research, between active participation of those who work in the field and Formalized configuration of investigations, between theoretical knowledge and knowledge of the practice, between innovation and unpublished problems.