Brunelleschi mago - 9788876982224

Brunelleschi mago: Basta leggere questo saggio per capire in quale chiave l'architetto della Chiesa sull'Autostrada si ponga rispetto alla storia e alla funzione dell'architettura nella società. Lo fa in presa diretta, sottraendosi a qualsiasi filtro di segno accademico. Porta alla luce l'anticlassicismo di Brunelleschi, quasi lo fiuta, meglio di tanti critici. Michelucci, intriso di cultura umanistica, sente che col Rinascimento canonizzato, Brunelleschi non c'entra nulla. E dichiara di detestare Palazzo Strozzi, perché rappresenta la negazione delle conquiste liberatrici espresse nelle fabbriche brunelleschiane. Rifiuta le città ideali prefigurate dagli artisti rinascimentali, perché sono asociali, oggetti privati dei ceti dominanti, antitesi del concetto stesso di città. Il rapporto di Michelucci con la storia è, dunque, dinamico, e mira a una libertà senza soggezioni verso il passato. Qual è, infine, il metro con cui valutare l'architettura? È presto detto: "Nonostante l'infinita varietà, gli spazi possibili appartengono sostanzialmente a due categorie: quella dello spazio che vincola e quella dello spazio che libera". A monte c'è una questione etica che va "oltre l'architettura" (per citare Edoardo Persico): quando lo spazio vincola, è contro l'uomo, ma quando è "spazio vivente", libera e si rivela davvero democratico. Prefazione di Paolo Portoghesi. Postfazione di Corrado MArcetti.
Just read this essay to understand what key the architect of the Church on the highway be compared to history and architectural function in society. He does it in real time without any academic sign filter. Brings out the anticlassicismo of Brunelleschi, almost nosing, better than many critics. Maines, steeped in humanistic culture, feels it has nothing to do with the Renaissance, Brunelleschi canonized. And that I detest Palazzo Strozzi, because it represents the denial of liberating achievements expressed in Brunelleschi's factories. Renaissance ideal cities foreshadowed by the artists refused, because they are asocial, private objects of the dominant classes, the antithesis of the very concept of the city. The relationship of Michelucci with the story, then, is dynamic, and aims at a freedom without submission to the past. What is the yardstick by which to evaluate the architecture? And simply said: "Despite the infinite variety, possible spaces belong to two categories: space that binds and liberating space." Upstream there is an ethical issue that goes "beyond architecture" (to quote Edoardo Persico): when space constrains, is against man, but when he's "living space", free and is really democratic. Preface by Paolo Portoghesi. Afterword by Corrado MArcetti.