Edoardo Weiss e la «giustizia penale». Zone di contagio tra psicoanalisi e diritto - 9788863181050

Edoardo Weiss e la «giustizia penale». Zone di contagio tra psicoanalisi e diritto: Da Vienna a Zurigo, da Trieste a Roma, questo libro prende ad oggetto le zone di contagio tra il discorso giuridico della penalità e quello terapeutico dell'analisi. Il nostro racconto si avvia con la magistrale lezione di Freud agli studenti viennesi di diritto (1906): sullo sfondo il sodalizio con il giovane Jung e il suo originale contributo alla "psicologia criminale". In Italia la perdurante ipoteca lombrosiana - declinata con la medicina costituzionale, la biotipologia e l'antropologia criminale - dava fiato, in quel torno d'anni, a una diffusa avversione per l'inconscio freudiano. Toccherà a Edoardo Weiss, l'"autentico e tenace pioniere" del movimento psicoanalitico italiano, impegnarsi nelle riviste e nei congressi per mettere al riparo la giovanissima scienza dalle malevoli allusioni e da toni di inaudita durezza che venivano anche da filosofi e letterati di formazione idealistica. Ma c'è di più: a Roma, dal 1932, egli seppe costruire una fitta rete di relazioni con i giuristi (e i criminologi) della prestigiosa rivista La Giustizia penale.
From Vienna to Zurich, from Trieste in Rome, this book takes the contagion areas between juridical discourse of penalty and that therapeutic analysis. Our story starts with the masterful lesson in Freud Viennese students of law (1906): in the background the partnership with young Jung and his original contribution to "criminal psychology". In Italy the continuing mortgage lombrosian-declined with the constitutional medicine, somatotype and constitutional psychology and criminal anthropology-gave breath, in that I go back years, to widespread distaste for the Freudian unconscious. It's up to Edward Weiss, the "authentic and tenacious pioneer" Italian psychoanalytic movement, engage in magazines and congresses to put away the young science from malevolent allusions and by unprecedented hardness tones that were even by philosophers and scholars of idealistic education. But there's more: in Rome from 1932, he was able to build a strong network of relationships with lawyers (and criminologists) of the prestigious magazine criminal justice.