Abbasso tutte le guerre - 9788892871694

Abbasso tutte le guerre: Nel febbraio del 1965 i cappellani militari in congedo della Toscana emanano un comunicato stampa accusando i giovani italiani obiettori di coscienza di essere dei vili. In loro difesa interviene don Milani con una lettera aperta agli stessi cappellani nella quale chiede rispetto per chi accetta il carcere per l'ideale della nonviolenza. Per questa sua lettera Milani viene denunciato da un gruppo di ex combattenti e messo sotto processo. Impossibilitato a parteciparvi per l'aggravamento del tumore che lo porterà, di lì a poco, alla morte, Milani scriverà una memoria difensiva sotto forma di lettera ai giudici. In essa la storia civile dell'Italia unita viene riletta senza retorica celebrativa come storia feroce di guerre, di spietato colonialismo, di sopraffazione di poveri. La lettera, vero manifesto contro l'obbedienza cieca, metterà anche sotto accusa la illusoria deresponsabilizzazione dell'esecuzione di ordini, anche omicidi, impartiti da un'autorità. Le due lettere di Milani sono accompagnate da note che ne chiariscono il senso e le relazioni con la sua opera. Nella postfazione il curatore ricostruisce lo svolgersi del processo grazie ad inedite lettere e carte processuali.
In February 1965, the retired military chaplains of Tuscany issued a press release accusing the young Italian conscientious objectors of being cowards. Don Milani intervenes in their defense with an open letter to the chaplains themselves in which he asks for respect for those who accept prison for the ideal of nonviolence. For this letter Milani is denounced by a group of former combatants and put on trial. Unable to participate due to the worsening of the tumor that would lead to his death, Milani wrote a defense brief in the form of a letter to the judges. In it, the civil history of a united Italy is reread without celebratory rhetoric as a ferocious history of wars, ruthless colonialism, and the oppression of the poor. The letter, a true manifesto against blind obedience, will also accuse the illusory de-responsibility of the execution of orders, even murders, given by an authority. Milani's two letters are accompanied by notes that clarify their meaning and relations with his work. In the afterword, the editor reconstructs the course of the trial thanks to unpublished letters and trial papers.