I paesaggi del silenzio - 9788857522210

I paesaggi del silenzio: L'immaginazione ci permette, a volte, d'intuire o di scoprire l'ordine nascosto di una lingua universale che la natura stessa modella e articola attorno a noi. È una lingua soggetta al molteplice e al mutevole, nonché intrisa di miti e simboli, tra i dati della morfologia del territorio, della storia e della cultura. Nella mobilità del nostro sguardo e del nostro sentire osserviamo le cose svolgersi attraverso sequenze di segni e rappresentazioni che ci accompagnano e ci corrispondono. Proviamo allora la sensazione di vivere un'esperienza ricca di figure, forme, metafore. Possiamo anzi dire di essere coinvolti, piacevolmente coinvolti in questa estasi della percezione. Così accade quando un angolo di paesaggio, prima non valorizzato ai nostri occhi, conquista il nostro sguardo e ci porta a pensare di essere, noi stessi, osservati da ciò che stavamo contemplando. Scopriamo di partecipare a una trasformazione: gli alberi, la collina, la valle, le montagne, i campi, tutto ciò che compone il paesaggio alla mia vista si è fatto più vicino per una specie di fusione, di atto d'amore, d'incanto, Io mi vedo e sono ovunque. La lontananza è sparita in una vicinanza. La percezione, grazie a un dèmone del silenzio, non è mutata in una descrizione, ma in un'illuminazione.
Imagination allows us to, sometimes, on Intuit or discover the hidden order of a universal language that nature itself shapes and structured around us. And a language subject to manifold and changeable, and steeped in myths and symbols, between data of the morphology of the territory, history and culture. In the mobility of our look and feel we observe things unfold through sequences of signs and representations that are with us and we are. We try then the feeling of living a rich experience of shapes, forms, metaphors. We can indeed be said to be involved, pleasantly involved in this ecstasy of perception. This is what happens when an angle of landscape, bare before our eyes, conquer our gaze and leads us to think they are, ourselves, observed by what we were contemplating. We join a transformation: the trees, the Hill, Valley, mountains, fields, everything that makes up the landscape at the sight of me became closer to a kind of fusion, of an act of love, by magic, I see myself and they are everywhere. The distance has vanished in a neighborhood. The perception, thanks to a demon of silence, has not changed in a description, but in an epiphany.